Regia: Stanley Kubrick
Produzione: Edward Lewis
Sceneggiatura: Dalton Trumbo
(dal romanzo di Howard Fast)
Fotografia: Russell Metty
Musica: Alex North
Montaggio: Robert Lawrence
Scenografia: Alexander Golitzen, Eric Orbom
Arredamento: Russell A. Gausman, Julia Heron
Costumi: Bill Thomas, Valles, Peruzzi
Trucco: Larry Germain, Bud Westmore
Titoli di testa: Saul Bass
Produttore esecutivo: Kirk Douglas
Non accreditati:
Regia della II unità: Yakima Canutt
Effetti speciali: Peter Ellenshaw
Suono: Ronald Pierce, Joe Lapis, Glenn E. Anderson
Cast
Kirk Douglas ....................................Spartaco
Laurence Olivier .............Marco Licinio Crasso
Jean Simmons ....................................Varinia
Charles Laughton ...............Sempronio Gracco
Peter Ustinov ........................Lentulo Battiato
John Gavin ................................Giulio Cesare
Tony Curtis.......................................Antonino
Nina Foch ...................................Elena Glabro
John Ireland .........................................Crisso
Herbert Lom .......................Tigrane Levantino
John Dall .........................Marco Publio Glabro
Charles McGraw .................................Marcello
Joanna Barnes ..........................Claudia Mario
Harold Stone .......................................Davide
Woody Strode ........................................Draba
Peter Brocco ......................................Ramone
Paul Lambert ......................................Ganidio
Robert J. Wilke ............Capitano della guardia
Nick Dennis .......................................Dionisio
John Hoyt ................................................Caio
Frederick Worlock .............................Senatore
Non accreditati in ordine alfabetico:
Arthur Batanides,
Buff Brady,
Rudy Bukich,
Bob Burns,
Paul E. Burns,
Joe Canutt,
Tap Canutt,
Al Carmichael,
Chuck Courtney,
Dick Crockett,
Terrence De Marney,
Johnny Duncan,
Roy Engel,
Richard Farnsworth,
Seamon Glass,
Harold Goodwin,
Sol Gorss,
James Griffith,
Harry Harvey Jr.,
Joe Haworth,
Vinton Haworth,
Chuck Hayward,
Hallene Hill,
Anthony Hopkins,
Charles Horvath,
Jil Jarmyn,
Valley Keene,
Aron Kincaid,
Stubby Kruger,
Carey Loftin,
Dayton Lummis,
Cliff Lyons,
Gordon Mitchell,
Bob Morgan,
Boyd 'Red' Morgan,
Eddie Parker,
Harvey Parry,
Regis Parton,
Leonard Penn,
Gil Perkins,
Vic Perrin,
Bill Raisch,
Chuck Roberson,
George Robotham,
Autumn Russell,
Russell Saunders,
Charles Schaeffer,
Jim Sears,
Tom Steele,
Robert Stevenson,
Jo Summers,
Ken Terrell,
Dale Van Sickel,
Carleton Young,
Ted de Corsia
Dati tecnici e specifici
Genere: Storico
Durata del film: 3h, 4 min./3h, 18 min.
Formato della pellicola: 35mm - Panavision - Super Technirama 70
Data di uscita: 7 Ottobre 1960 Riedizioni: 1964 - 1967 Restaurazione: 1991
Luoghi delle riprese: Stabilimenti Universal - USA (riprese in interni) Teatro 6, Universal Studios in California - USA (Capua, scuola dei gladiatori) Square of Warriors, Backlot, stabilimenti Universal Studios in California - USA (ingresso del Senato di Roma) Hearst Castle, San Simeon in California - USA (villa di Crasso) Piscina esterna dell'Hearst Castle, San Simeon in California - USA (ingresso della villa di Crasso) Hollywood Beach, Oxnard in California - USA (scene della spiaggia) Valle della morte all'interno del National Park, in California - USA (marcia degli schiavi) Janss Conejo Ranch, Thousand Oaks, in California - USA (zone montuose) Navacerrada, Madrid - Spagna (Vesuvio) Iriépal, Guadalajara, nella Castilla-La Mancha - Spagna (zona desertica) Alcal de Henares, Madrid - Spagna (Metaponto) Colmenar Viejo, Madrid - Spagna - (battaglia finale) Taracena, Guadalajara, nella Castilla-La Mancha - Spagna (schiavi crocefissi nella strada di una cittadina)
Sequel (pseudo): Il figlio di Spartaco (ITA, 1960, Sergio Corbucci)
Video sul mercato: DVD - lingua italiana
DVD della Universal Video in versione restaurata, con aggiunta di scene inedite tagliate dalla censura nel 1960. Due dischi divisi tra film e contenuti speciali. VHS - lingua italiana
Fuori catalogo la videocassetta edita dalla CIC, restaurata, con aggiunta di scene inedite. Presente in Internet attraverso il mercato dell'usato.
Riconoscimenti artistici
PREMIO OSCAR - USA Attore non protagonista (Peter Ustinov) Fotografia Costumi Scenografia e Arredamento
Nomination all'Oscar Colonna sonora Montaggio
GOLDEN GLOBES - USA premio Film nomination Attore non protagonista (Woody Strode)
LAUREL AWARD - USA secondo classificato Attore non protagonista (Peter Ustinov) terzo classificato Attore (Kirk Douglas)
BAFTA AWARDS - USA nomination Regia
Trama
Nell'ultimo secolo, prima dell'era cristiana, il mondo era governato dalla Repubblica di Roma. Le lotte tra patrizi (Crasso) e plebei (Gracco) infuriavano senza sosta.
L'ideologia conservatrice dei potenti, asservita al dogma servo-padrone, era ormai giunta a limiti estremi, al punto che si contavano più schiavi che cittadini in tutto quanto l'impero.
Uno di questi schiavi, un trace, Spartaco, provò a ribellarsi. Già a quattordici anni operaio nelle miniere d'Africa, da adulto è venduto come gladiatore alla scuola di Battiato a Capua. Qui apprende le arti del combattimento, impara ad uccidere e ha il tempo di conoscere la donna che lo seguirà nella sua breve esistenza, Varinia, anch'essa schiava. Dopo poco tempo Spartaco ordisce una rivolta e naturalmente tutta la scuola lo segue. In breve, il gruppo fugge da Capua e si assesta alle pendici del Vesuvio, non senza aver prima liberato tutti gli schiavi di ogni città e villaggio incontrati durante la fuga. Spartaco comprende di aver organizzato un forte esercito che può respingere qualsiasi attacco; decide quindi di aprirsi la strada verso il mare. Si accorda con i pirati cilici, che erano in guerra con i romani, per poter raggiungere con le loro navi le proprie terre di origine, per vivere in pace e in libertà. Roma non può permettere quest'affronto. Ma due legioni sono annientate dagli schiavi a Metaponto; allora il senato decide di inviare a Brindisi otto legioni comandate da Crasso. I cilici sono comprati dai romani, l'esercito degli schiavi è accerchiato poiché anche le legioni di Lucullo da una parte e Pompeo dall'altra stanno stringendo la morsa. A Spartaco non rimane altro che marciare su Roma nell'ultimo tentativo di riscossa. Ad attenderlo ci sono le legioni di Crasso e nei pressi di Capua si registra l'ultima sanguinosa battaglia. Gli schiavi sono annientati e i superstiti, circa seimila, vengono crocefissi per tutta la via Appia, da Capua alle porte di Roma. L'ultima croce è proprio per il suo capo, colui che costruì e dedicò la vita nel tentativo di raggiungere il sogno della libertà; Spartaco.
Recensione
Il solo kolossal d'impronta storico-romana esclusivamente politico, il solo dell'epoca dove non esiste spazio per caratterizzazioni cristiano-religiose, distribuito dagli americani nell'era più fruttosa del cinema mastodontico hollywoodiano. È l'anti-Ben-Hur per eccellenza (girato in contemporanea ma uscito l'anno seguente a seguito di una sosta forzata causata dal licenziamento dell'iniziale regista Anthony Mann), non soltanto per l'aspetto laico che lo contraddistingue dal celebre film di Wyler, ma soprattutto per l'assetto socio-culturale fino allora assente nelle grandi produzioni. Kirk Douglas, democratico, attore, produttore associato, ma soprattutto padrone assoluto dei set di ripresa, licenzia in tronco Anthony Mann dopo quattro mesi e quando un terzo della pellicola era già stata realizzata. Il dissidio tra i due nacque dal fatto che il regista voleva improntare la figura di Spartaco in stile epico, ma soprattutto perchè era quasi intimorito nel dirigere un cast composto da pezzi da novanta del cinema americano e inglese. Al contrario, Douglas voleva affermare l'analisi politica di quel periodo storico, servendosi della figura del protagonista come perno centrale di discussione sull'eterno conflitto tra le masse popolari e i padroni che le comandano, tema valido allora ed attuale ai nostri giorni.
La regia fu affidata a Stanley Kubrick, che aveva diretto lo stesso Douglas due anni prima in Orizzonti di gloria. Ma anche Kubrick dovette piegarsi alle volontà produttive. Quando il film fu terminato l'eclettico regista americano, qui ancora alle prime armi, ebbe modo di lamentarsi, soprattutto perchè non gli fu dato lo spazio necessario per approfondire le tematiche della rivolta sacrificata a favore dell'eccessiva concentrazione usata sul personaggio principale e, tecnicamente, per il continuo uso della dissolvenza, da lui sempre odiata, nei passaggi tra una scena e l'altra. Kubrick voleva dare ampio respiro alla vicenda, tenendosi sull'analisi stretta del problema "servile"; quindi senza strozzare la sintesi in un'unica identificazione, ma dando risalto più che alla figura Spartaco al perché dovevano esistere uomini come Spartaco. Naturalmente non gli fu concesso nulla di tutto questo. Non per motivi politici o situazioni poste a toccare la suscettibilità di qualcuno o qualcosa - il film è un atto d'accusa alla società - ma perché, stravolgendo un system già sperimentato e collaudato, si poteva andare incontro al rischio di non essere capiti, con il conseguente quanto inevitabile tonfo al botteghino. Infatti, il lavoro non si sottrae all'oleografia tipica dei kolossal contemporanei. Di conseguenza, pur distinguendosi nella sostanza, la forma rimane invariata rispetto al ferreo cliché del film storico in costume. Grande spazio alla scenografia, molto riguardo per i costumi, abbondanti e spettacolari sequenze di massa (girate in Spagna), con due scene su tutte curate con straordinaria abilità. La prima, filmata da Mann, è il duello nell'arena tra Spartaco e Draba, alla quale occorsero oltre 50 ciak per completarla (Kirk Douglas non era per nulla soddisfatto dell'espressione visiva del suo antagonista). L'altra, quella ben più famosa, riguarda la battaglia finale tra l'esercito di Spartaco e quello di Crasso; quest'ultima sequenza, diretta dal titolista Saul Bass, fa uso della sovrapposizione d'immagine.
Gli attori, tutti di primo piano, mostrano capacità assoluta nei ruoli loro affidati, malgrado numerosi litigi sui set, specialmente tra Laurence Olivier e Charles Laughton, che poco si sopportavano. Originale ad ogni modo l'idea di far interpretare ad attori inglesi il ruolo dei romani e a quelli americani quello degli schiavi, tranne che per Jean Simmons, l'unica attrice parlante ad eccezione del breve dialogo delle due "matrone romane" (soltanto un'altra donna, una vecchietta, pronuncia qualche frase nella sequenza del Vesuvio) in oltre tre ore di film.
Fu l'anno, il 1960, in cui i nomi di molti "dissidenti" ritornarono a circolare liberamente. Dalton Trumbo, sceneggiatore d'ideologia marxista e perseguitato dall'HUAC per anni, come in Exodus di Otto Preminger (girato prima ma uscito dopo questo) ritornò negli accrediti del film su pressioni di vario tipo dello stesso Kirk Douglas.
Alla sua uscita il film incassò 14.600.000 dollari, ma ben 26 milioni e 150 mila in meno del contemporaneo Ben-Hur. La critica conservatrice lo definì '...film di pericolosa istigazione sociale...', a causa del rapporto con le agitazioni sindacali operaie, molto accentuate nel periodo. La pellicola fu restaurata nel 1991 con aggiunta di 4 minuti, soppressi dalla censura per via delle scene dei massacri e del troppo sangue, tutto ritenuto eccessivamente impressionante, ma soprattutto per il dialogo tra Crasso e il servo Antonino, di chiaro timbro omosessuale.
Curiosità:
1) Nel restauro del 1991, la scena aggiunta del bagno di Crasso con Antonino, al tempo eliminata dalla censura, si presentò priva di dialogo in quanto il nastro con il parlato andò distrutto per sempre. Per risonorizzare la voce di Laurence Olivier fu chiamato Anthony Hopkins, il quale, del celebre attore inglese era un noto imitatore. Tony Curtis, ancora vivo, fece la sua parte.
2) Fu il film preferito del presidente USA John F. Kennedy. Una sera, pur di assistere alla proiezione in una grande sala e non in privato, il presidente uscì di nascosto dalla Casa Bianca e, da solo e senza scorta, si infilò in incognito in un cinematografo pagando regolarmente il biglietto d'ingresso.
3) Per diversi anni, nelle università americane, ma anche europee, il film fu portato ad esempio nelle tesi di laurea di moltissimi studenti.
4) Il dialogo finale tra Laurence Olivier e Charles Laughton, è un chiaro riferimento alla famosa ´lista dei dieci´ promulgata dai macchartisti contro attori, registi e sceneggiatori tacciati di ideologia comunista. Gracco: "...e per caso il mio nome compare nella lista degli sleali servitori dello stato?..."; risposta di Crasso: "...in testa!".
5) al contrario di quanto si possa immaginare, il licenziamento sul set del regista Anthony Mann, voluto da Kirk Douglas, procurò all'attore enorme dispiacere. Quattro anni dopo, lo stesso Douglas pretese come regista proprio Mann per Gli eroi di Telemark (1965).
6) All'uscita del film, proteste di ogni genere da parte dei conservatori e della destra americana; picchettate numerose sale per non far entrare gli spettatori. Intervento della polizia in numerose città.
7) I quattro minuti di girato tagliati dalla censura, poi reinseriti nel restauro del 1991, comprendono le seguenti scene:
a) Il taglio con pugnale della vena giugolare del nero Draba da parte di Crasso durante il duello nell'arena, con relativo schizzo di sangue sul viso di Laurence Olivier.
b) Il dialogo di chiaro timbro gay durante il bagno tra Olivier e Tony Curtis.
c) la pugnalata inferta al cuore da Spartaco a un soldato romano durante la rivolta nella scuola di Capua.
d) Il braccio mozzato di netto da Kirk Douglas a un legionario durante la battaglia finale.
e) Nella stessa battaglia, Crisso è ucciso, trapassato da parte a parte da una spada.
f) Cadaveri di schiavi sovrapposti e disseminati sul campo di battaglia.
g) Spartaco crocefisso, si volta lentamente a guardare moglie e figlio che, sopra un carro, fuggono da Roma.
Colonna sonora
Pur utilizzando stumentazioni antiche appositamente ricreate per l'orchestra, Alex North basa gran parte della partitura su timbri e percussioni, uscendo dei canoni tradizionali per gli accompagnamenti a questo genere. Fanfare e marce sono racchiuse in un susseguirsi di fiati a ritmo moderno. Tutto è sviluppato in un armonioso susseguirsi di leit-motiv profondi e ricavati dalla lunghissima pagina dei titoli che ne accenna i passi salienti. Il tema d'amore di Varinia, per archi e violini, è il motivo conduttore dell'opera, modificato nello scorrimento; man mano che diminuisce la tonalità elegiaca aumenta la profondità, fino ad arrivare a limiti di cupezza assoluta. Per i romani e le legioni, la nota diventa lunga, anche stridula all'occorrenza, ma sempre riconducibile alla sintassi dell'opera, in contrapposizione al un fluente quanto vibrante tema degli schiavi in cammino verso la libertà. Strumentazione di prim'ordine ed esecuzione per grande orchestra. Una delle opere prime di Alex Noth, se non con Cleopatra, la migliore.
Info - Discografia
I CD attualmente reperibili sono tre. Quello relativo alla MCA, uscito in contemporanea del restauro della pellicola, e della TSUMANI, 18 temi orchestrati da Henry Brant e Maurice DePackh che fa riferimento al vecchio LP del 1960; arrangiamento da far discutere e privo dei titoli di testa convogliati nell'Overture di avvio. Migliore degli altri è l'edizione Varese Sarabande, ma sostanzialmente nessuno possiede la qualità audio perfetta.
Original track music: Titoli (3.00) Original track music: Vesuvio (2.00) Original track music: Love Theme (1.50) Original track music: Legioni romane e armata degli schiavi - Marcia (1.50) Original track music: Preludio alla battaglia (4.20)
Foto Gallery
Oltre il poster, la Gallery comprende un'ampia rassegna fotografica commentata, tratta da alcune tra le più importanti sequenze del film.