BECKET E IL SUO RE
Becket - Storico - USA/ING - 1964 - Paramount/Keep Films
Regia
Peter Glenville
Cast
Richard Burton,
Peter O'Toole,
John Gielgud,
Gino Cervi,
Paolo Stoppa,
Donald Wolfit,
Niall MacGinnis,
David Weston,
Martita Hunt,
Pamela Brown,
Siån Phillips,
Felix Aylmer
Sceneggiatura
Edward Anhalt
(dal dramma teatrale di Jean Anouilh)
Musica
Laurence Rosenthal
Fotografia
Geoffrey Unsworth
Premi
Premio Oscar Scenaggiatura
Nomination all'Oscar Film - Regia - Attore protagonista (Richard Burton) - Attore protagonista (Peter O'Toole) - Attore non protagonista (John Gielgud) - Musica - Fotografia - Montaggio - Costumi - Scenografia e arredamento - Suono
Nel XII secolo, il Re d'Inghilterra Enrico II nomina Arcivescovo di Canterbury l'amico di sempre Thomas Becket, già suo Lord cancelliere, cresciuto alla corte reale in totale dissolutezza. Una volta assunto l'incarico, l'alto prelato cerca di riscattare il proprio passato e, obbediente alla Chiesa di Roma, si mette contro il sovrano, il quale, dopo vari tentativi di riappacificazioni andati a vuoto ne ordina l'eliminazione. Nel 1173 è proclamato Santo e Martire da Papa Alessandro III.
Mastodontico film in costume di estrazione storica, anticlericale e proteso ad una visione concettuale nel rapporto tra i due personaggi principali. La vicenda in se è abilmente manipolata dalla sceneggiatura, che tende ad equiparare la storia alla stessa dimensione dell'analogo e futuro conflitto tra Enrico VIII e Sir Thomas Moore (Tommaso Moro, anch'esso eletto Santo). In più, nel disegno, c'è traccia di un possibile rapporto omosessuale tra i due, assente in qualsiasi pubblicazione storica. Opera sontuosa, forse eccessivamente statica, che risente molto del soggetto teatrale tratto dalla piéce "Becket" di Jean Anouilh; esprime nel dialogo la punta di forza e nella magniloquente messinscena un azzeccato contorno. Richard Burton e Peter O'Toole dettano i ritmi con dialoghi scanditi. Nel folto cast di celebrità, presenti anche Gino Cervi (Cardinale Zambelli) e Paolo Stoppa (Papa Alessandro III). Dodici nomination e un solo Oscar, consegnato a Edward Anhalt per la sceneggiatura. E' il film che nei primi anni '60 diede ragioni di scandalo un po' in tutto il mondo e non soltanto per la citazione di carattere gay dei due protagonisti, ma soprattutto per la figura del Re, rappresentata in forma di un eccessiva disonestà morale; in Persia, attuale Iran, lo Scià Reza Pahlevi nella distribuzione nazionale fece togliere il titolo di Re sostituendolo con quello di Duca, proprio perché la sua figura era considerata offensiva verso l'istituzione monarchica.