BEN-HUR
Drammatico - USA - 2016 - Metro-Goldwyn-Mayer / Paramount Pictures / Sean Daniel Company / LightWorkers Media
Regia
Timur Bekmambetov
Cast
Jack Huston,
Toby Kebbell,
Rodrigo Santoro,
Nazanin Boniadi,
Ayelet Zurer,
Pilou Asbæk,
Sofia Black-D'Elia,
Morgan Freeman,
Marwan Kenzari,
Moises Arias,
James Cosmo,
Haluk Bilginer,
David Walmsley,
Yasen Atour,
Francesco Scianna,
Gabriel Lo Giudice,
Denise Tantucci,
Jarreth J. Merz
Sceneggiatura
John Ridley, Keith R. Clarke,
(dal romanzo di Lew Wallace)
Musica
Marco Beltrami
Fotografia
Oliver Wood
Nella Giudea sotto la dominazione di Roma, Ben Hur entra in contrasto con l'ufficiale romano Messala, suo fratellastro. Ridotto in schiavitù e spedito ai remi, trova la sua rivincita nel circo di Gerusalemme, dove affronta il rivale nella mortale corsa delle quadrighe. L'incontro con Gesù porterà pace nella sua anima turbolenta.
Quarta trasposizione cinematografica, dopo i due muti del 1907, 1925 e del più famoso, 1959, tratti dal romanzo omonimo (1880) del generale Lew Wallace; il peggiore in assoluto, vera offesa al testo originale e bieco attentato al cinema d'eccellenza. Sconcia riproposizione in 3D, a giro di effetti speciali disastrosi, con una trama da incubo meccanizzata nel contemporaneo, dialoghi compresi, che parte con un prologo da finale e un epilogo che ritorna al prologo, con in mezzo proposizioni politiche e una sdolcinata quanto smorfiosa metafora sull'amore e il perdono. Il percorso che va incontro alla vendetta poi trasformata in redenzione, tema cruciale nei film precedenti, passa in secondo piano a favore del moderno ideale pacifista, qui pianificato nelle forme più grette e nello squallido opportunismo, privo della minima considerazione sull'epoca, la storia e il modello di vita esercitato dal genere umano oltre duemila anni fa. La sceneggiatura di John Ridley, simile a un riassunto da scuola media, fa tutt'uno con la regia dell'indecoroso Timur Bekmambetov ("…ho fatto un film breve rispetto al precedente, perchè il pubblico di oggi non potrebbe resistere oltre tre ore nelle sale…"), piatta, priva di inventiva e il cast appare abominevole, con il protagonista Jack Huston, odioso solo a guardarlo, che fa un Ben Hur talmente irritante da risultare più insopportabile del suo antagonista Messala, interpretato da Toby Kebbell, incredibilmente trasformato, da questi maghi dello script, da amico d'infanzia a fratello adottivo del protagonista. Tra gli altri, c'è pure Morgan Freeman, che ormai si infila in qualsiasi produzione senza un minimo di vergogna. Anche la musica di Marco Beltrami è poca cosa; lunga nenia di masticazione pseudo-religiosa lontana anni luce dalla poderosa colonna sonora di Miklos Rozsa, elemento cardine del film di William Wyler, con aggiunta nei titoli di coda di una canzonaccia mezza rock, inetta e fuori tema. Consiglio: la corsa delle quadrighe, ridicola nell'assordante, inutile frastuono e nel suo sciocco equilibrismo di ripresa atto a procurare capogiri allo spettatore, è bene osservarla a stomaco vuoto. Complessivamente un film da gettare nella fogna più profonda, con a seguito un'accorata supplica diretta alle menti vuote di Hollywood, non più capaci di creare ma soltanto di ricopiare: lasciate in pace i capolavori.