Matthew McConaughey,
Anne Hathaway,
Wes Bentley,
Jessica Chastain,
Matt Damon,
Mackenzie Foy,
Elyes Gabel,
Michael Caine,
Casey Affleck,
Topher Grace,
Ellen Burstyn,
John Lithgow,
Collette Wolfe
Sceneggiatura
Christopher Nolan, Jonathan Nolan
Musica
Hans Zimmer
Fotografia
Hoyte Van Hoytema
Premi
Premio Oscar Effetti speciali visivi
In un futuro ignoto, a seguito di cambiamenti climatici che hanno distrutto l'agricoltura ad eccezione del granturco, team di scienziati, tra loro un ex-cosmonauta, parte alla ricerca di pianeti capaci di offrire e conservare la coltivazione del frumento, in un viaggio che elude qualsiasi logica scientifica.
Christopher Nolan, specialista del fantascientifico-visionario, torna allo sci-fi in un film centrato sulle teorie fisiche del wormhole, passaggio spazio-temporale, comunemente noto come 'buco di verme', scorciatoia per spostarsi facilmente tra vari punti dell'infinito. Il regista conferma le tante concezioni scientifiche provenienti da illustri astrofisici, da Stephen Hawking a Kip Thorne (qui, ideatore della storia e produttore esecutivo) ai nostri Bersanelli e Bignami, secondo le quali, a breve giro di generazioni, massimo tre o quattro, l'uomo sarà capace di colonizzare ed abitare altri pianeti, anche remoti, a patto che riesca a risolvere il problema legato alla propulsione nucleare ad impulso, quella capace di 'spingere' i veicoli spaziali. Il film non possiede l'agnizione metafisica di 2001: Odissea nello spazio (1968, di Stanley Kubrick), che nel genere rimane unico, ma riesce ugualmente a ostentare, attraverso il vigore utopista, la tangibilità cosmica legata alla teoria, mai dimostrata nel concreto. Blockbuster che riesce a conciliare, raro caso, assunti filosofici sulla nozione del tempo (da dove viene e dove porta) con le esigenze del cinema spettacolare hollywoodiano, dove i superbi effetti speciali (giustamente premiati con l'Oscar) accompagnano scene grandiose, dal viaggio interstellare alla scoperta di pianeti avvolti nell'acqua. Scade nel sunto introspettivo di carattere familiare legato ai personaggi padre e figlia; una forzatura che stordisce il tono epico della narrazione, tuttavia necessario per ammorbidire una lettura altrimenti di non facile interpretazione.