KING KONG
Avventura - USA/NZ - 2005 - Universal



  • Regia
    Peter Jackson
  • Cast
    Naomi Watts, Jack Black, Adrien Brody, Andy Serkis, Jamie Bell, Kyle Chandler, Lobo Chan, Thomas Kretschmann, Evan Parke, Colin Hanks
  • Sceneggiatura
    Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens
    (da una storia di Merian C. Cooper e Edgar Wallace)
  • Musica
    James Newton Howard
  • Fotografia
    Andrew Lesnie
  • Premi
    Premio Oscar
    Suono, Effetti speciali sonori, Effetti speciali visivi
    Nomination all'Oscar
    Scenografia

  • Durante la grande depressione, regista cinematografico boicottato dai produttori, salpa con la troupe verso l'isola del Teschio per girare alcune scene di un film. L'incontro con tribù ostili, animali mai visti e soprattutto con un gigantesco scimmione, che sequestra l'attrice principale e finisce per innamorarsene, fa saltare tutti i programmi creandone di nuovi.
    Atteso e ultra-reclamizzato remake del gran film di Schoedsack e Cooper del 1933. Non c'è molto da aggiungere che già non si sappia. Mesi e mesi di tambureggiante battage promozionale trasformato in un martello continuo - spot, trailer, filmati da dietro le quinte, interviste, riproduzioni parziali - non ha fatto altro che rivelare il film allo spettatore prima ancora che questi potesse vederlo. Peter Jackson racconta con nostalgia il film dei suoi sogni, riecheggia la Hollywood che fu, ma in sostanza trova la tavola apparecchiata. Pur variando qua e là nella sceneggiatura, il regista non fa altro che assemblare gli effetti speciali (e sonori), far muovere lo scimmione, riesumare i dinosauri di spilberghiana memoria e il film è fatto. Show garantito, in alcuni frangenti sgangherato, sentimentale ironico e horrorifero ma di sicuro impatto e i 200 milioni di dollari di budget spesi per la realizzazione (sesto di sempre ma ancora lontano dai 300 di Cleopatra del 1961 ancora primatista assoluto) la dicono lunga sul valore complessivo dell'opera, che può solo gestirsi attraverso una continua rincorsa alla spettacolarizzazione. Oltre tre ore di visione in una lunga litania divisa in tre atti con un lunghissimo prologo in accostamento alla contemporaneità. La seconda parte è estremizzata al massimo con lotte furibonde tra Kong e mostruose creature, dinosauri, pipistrelli, vermi giganti, ragni e scorpioni schifosi. L'ultima, la più pungente, è il ritorno alla civiltà, quindi al progresso; L'Empire State Building suggella il mito della Bella e la Bestia, riprodotto nelle forme più svariate e la stessa scimmia sembra possedere una vera anima, forse migliore di quella degli uomini. Negli USA il film, pur conquistando il primato di miglior incasso nei weekend dell'intero 2005, ha raggranellato ai botteghini e contro ogni previsione (ma vista la premessa, c'era da aspettarselo) 50 milioni di dollari, che coprono appena un quarto dell'intero sforzo produttivo. In Italia, addirittura battuto da Natale a Miami della coppia Boldi-De Sica; è tutto dire.

    *****



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    Empire State Building
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