MUNICH
Drammatico - USA - 2005 - DreamWorks SKG/Universal Pictures



  • Regia
    Steven Spielberg
  • Cast
    Eric Bana, Daniel Craig, Ciarán Hinds, Mathieu Kassovitz, Hanns Zischler, Ayelet Zorer, Geoffrey Rush, Gila Almagor, Michael Lonsdale , Yvan Attal, Lynn Cohen
  • Sceneggiatura
    Tony Kushner, Eric Roth
    (dalla cronistoria di George Jonas)
  • Musica
    John Williams
  • Fotografia
    Janusz Kaminski
  • Premi
    Nomination all'Oscar
    Film, Regia, Sceneggiatura, Colonna sonora, Montaggio

  • 5 settembre 1972: durante le Olimpiadi di Monaco gruppo di guerriglieri palestinesi sequestra 11 atleti israeliani uccidendone 2. In cambio chiedono la liberazione di 234 prigionieri arabi, ma all'aeroporto militare di Fürstenfeldbruck si consuma la tragedia attraverso lo scontro a fuoco con le forze speciali. Muoiono tutti gli atleti, 5 terroristi e un'agente dei servizi. Israele pianifica la ritorsione; organizza un reparto con incarico di scovare e uccidere i terroristi sopravvissuti.
    Film alla memoria che non approfondisce l'evento sanguinoso e il periodo storico che lo consumò. Agisce in un'atmosfera trhillerista, con gran valenza ai personaggi e pianificazione, tra questi, alla figura eroica di turno. Il tema non è facile e Spielberg cerca di muoversi con cautela per non urtare la suscettibilità delle parti; non si schiera, anzi, legge negli avvenimenti una ragione per tutti. Politicamente, il perenne "dramma ebraico-palestinese" è distinto nella superficialità; il tema dominante è la vendetta. Tutto il film scorre attraverso l'azione determinata dal piano di rivalsa israeliano; quindi le convenzioni prevalgono su tutto il resto, analisi dei fatti compresa, proprio perché l'action-thriller fuoriesce, per propria stessa natura, da qualsiasi approfondimento, lasciando il resoconto al frutto d'invenzioni e arbitrarietà personali. Per il resto è cinema di Spieberg dove tecnica di ripresa, linguaggio fotografico dell'inquadratura e la perfetta ambientazione non può che essere sottolineata positivamente, ma visto il contesto ci si aspettava molto di più. L'errore più evidente sta nel fatto che la storia non può essere letta "ad personam" ma rappresentata dai fatti; e i fatti di quel 5 settembre sono chiari e lampanti. Non danno possibilità ad acrobazie intellettualistiche che poi mostrano chiari limiti nella forzata e lenta pronuncia di metafore moraleggianti. Il regista avrebbe fatto più bella figura se avesse rinunciato alle adulazioni presentando un film alla sua maniera, ricco di scene mozzafiato ed effetti speciali come solo lui sa fare. Al contrario, ha inzuppato nella storia, stravolgendola e violentandola ripetutamente al fine di esaudire un progetto personale in omaggio ad una memoria che non si sa a chi sia realmente dedicata. E per film alla memoria siamo lontani anni luce dai suoi Schindler's List e Salvate il soldato Ryan, dove, pur con i propri limiti, prevale una certa poetica di fondo qui totalmente assente.

    *****



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