READY PLAYER ONE
Fantascienza - USA - 2018 - Warner Bros.-Amblin-Reliance-De Line-Farah Films-Village Roadshow
Regia
Steven Spielberg
Cast
Tye Sheridan,
Olivia Cooke,
Ben Mendelsohn,
Lena Waithe,
T.J. Miller,
Simon Pegg,
Mark Rylance,
Philip Zhao,
Win Morisaki,
Hannah John-Kamen,
Ralph Ineson,
Susan Lynch,
Clare Higgins,
Laurence Spellman,
Perdita Weeks
Sceneggiatura
Ernest Cline, Zak Penn
(dal romanzo di Ernest Cline)
Musica
Alan Silvestri
Fotografia
Janusz Kaminski
Nell'anno 2045 sulla Terra, in totale decadimento, la popolazione, intrappolata nella miseria, priva di futuro, confluisce nella realtà virtuale nella speranza di vincere ogni competizione per accaparrarsi il controllo totale di Oasis, un mondo alternativo che vale una fortuna incalcolabile, dove ognuno può agire a proprio piacimento. Un adolescente, respinto dalla società in cui vive, accede al gioco, ma dovrà guerreggiare contro un'organizzazione che fa capo a una potente multinazionale e altri nemici che agiscono senza scrupoli.
Dal romanzo ´Player One´ (2010) di Ernest Cline, che lo ha pure sceneggiato assieme a Zak Penn, ritorno alla fantascienza pura per Steven Spielberg - al suo primo, vero impegno ipertecnologico - che lascia i drammi storici e i personaggi realistici per fare un film visionario stabilito sul videogioco, fonte di svago dai metodi sempre più creativi, ormai elemento umano che segna il tempo corrente e quello futuro, ma in ugual misura lo assedia e lo isola. Immerso nel mondo dell'universo virtuale, Oasis, la cui realtà è rappresentata dalla fantasia di ogni singolo individuo, a tratti romantico nella sua reminiscenza sociologica, volge lo sguardo a un nostalgico passato e tramite innumerevoli citazioni tratte da film, videogame anni '80 e serie-tv (Godzilla, King Kong, 2001: Odissea nello spazio, Excalibur, Interceptor, Quarto potere, Shining e, all'incirca, altri 70 titoli), consegna all'umanità un futuro nel quale l'autodeterminazione può annientare il dispotismo tecnologico. Grande uso di effetti speciali visivi, special modo nella parte finale, per un prodotto ad alto intrattenimento, con un intreccio narrativo che vale poco, come i personaggi (e gli stessi attori), tuttavia capace di esprimere visivamente quel senso di volontà che permette all'essere umano di abbandonare un mondo, infetto e logoro, per costruirne un altro a propria misura e immaginazione.