Regia
Fritz Lang
Cast
Debra Paget,
Paul Hubschmid,
Walter Reyer,
Claus Holm,
Valéry Inkijinoff,
Sabine Bethmann,
Angela Portaluri,
René Deltgen,
Guido Celano,
Jochen Brockmann
Sceneggiatura
Werner Jörg Lüddecke
(dal testo del 1921 di Fritz Lang e Thea von Harbou)
Musica
Gerhard Becker,
Michel Michelet
Fotografia
Richard Angst
Danzatrice indiana innamorata di un ingegnere occidentale, è ostacolata da un principe del luogo che, per lei, ha perso la testa. Dopo molte peripezie, i due riusciranno a coronare il loro sogno d'amore.
E' il sequel di
La Tigre di Eschnapur
, girato nello stesso anno da Fritz Lang, ormai ritiratosi per sempre nella sua Germania. Il film è tratto da uno script dello stesso Lang, redatto assieme alla moglie Thea von Harbou nel 1921 per l'analogo film muto diretto da Joe May con Conrad Veidt e Mia May, all'epoca autentico successo del cinema tedesco, poi rifatto, scriteriatamente, nel 1937, sonoro, da Richard Eichberg. Sul filone esotico-avventuroso, apparentato al ciclo salgariano dei pirati della Malesia, il regista mette a confronto con straordinaria incisività le caratteristiche in uso e costume tra i popoli occidentali e orientali; crea un disegno volutamente disarmonico nella forma buia e tetra delle scene e, allo stesso tempo, offre omaggio al mausoleo indiano di Taj Mahal, maiuscola reminiscenza di un potere ormai svanito. Gli americani rimontarono i due film in un unico lungometraggio di 1 ora e 35 minuti (con tagli scriteriati di oltre 100 minuti) dal titolo Journey to the Lost City, inedito in Italia.
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Original track music
Danza
1.00 - 572 KB wav
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