Tartari e vichinghi, prima alleati contro gli slavi, litigano e poi si combattono quando la principessa tartara è rapita dai vichinghi e quella vichinga dai tartari. La battaglia finale regola la situazione.
Girato a Roma (non a Cinecittà, ma negli studios della Titanus sulla Via Tiburtina), esterni in Jugoslavia, ufficiosamente prodotto dalla Lux Film, co-prodotto, senza figurare, dagli americani della M-G-M, è un bel pasticciaccio pseudo-storico di violenza efferata e compiaciuta, diretto da Richard Thorpe (assistente Ferdinando Baldi) che si porta appresso da Hollywood Victor Mature, ormai al declino e un buffo Orson Welles truccato da orientale. Il cast italiano, con Arnoldo Foà calvo e Liana Orfei che scoscia, ce la mette tutta in un film dove i buoni (i vichinghi) combattono i cattivi (i tartari), tra gole tagliate, arti spezzati, amori difficili e amorazzi rischiosi, che, al contrario, fanno da cornice a buona messa in scena e discrete sequenze di battaglia.