Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Billy Zane, Gloria Stuart, Kathy Bates, Frances Fisher, Bernard Hill, Jonathan Hyde, Danny Nucci, David Warner, Bill Paxton, Victor Gaber
Sceneggiatura
James Cameron
Musica
James Horner
Fotografia
Russel Carpenter
Premi
Premio Oscar Film, Regia, Colonna sonora, Canzone (My Heart Will Go On), Fotografia, Montaggio, Scenografia e arredamento, Costumi, Effetti speciali sonori, Effetti speciali visivi, Suono Nomination all'Oscar Attrice non protagonista (Kate Winslet), Attrice non protagonista (Gloria Stuart), Trucco
Nel 1996 un'anziana centenaria, sopravvissuta alla tragedia (1912) del Titanic, che vide la morte per annegamento di quattromila persone, racconta, ad una troupe di ricercatori sottomarini, come da giovane ragazza visse in prima persona le cause che portarono all'affondamento il transatlantico più famoso del mondo.
E' il film che detiene diversi primati tra i quali l'alto costo di produzione (200 milioni di dollari) e il record degli Oscar vinti (11) alla pari con il Ben-Hur di William Wyler del 1959 e l'ultimo episodio del Signore degli anelli. E' un dramma storico che racchiude in se i principali generi cinematografici; dal sentimentale al melò, dall'epos al catastrofico. Tutto è delineato e costruito in funzione della sequenza dell'affondamento, realizzata con imponenti effetti speciali e che dura un terzo della durata complessiva (3 ore e 40), ma la pregnanza visiva delle scene del naufragio è anticipata da un prologo descrittivo che pone i tempi sul dramma finale. Estratti di tecnica e poesia contribuiscono ad accrescere ancor di più l'arte filmica di James Cameron. L'esigenza autarchica del regista e la sua propensione al grandioso qui raggiungono picchi d'assoluta grandezza. Tutto è strutturato come una perfetta macchina ad orologeria. Il susseguirsi degli avvenimenti a mò di proemio si distinguono in espressioni figurate su tutti gli aspetti della vicenda. Le colpevolezze dei tecnici apparentate a connubi politici sono posti all'indice, l'esaltazione poetica di una struggente love story è un inno all'amore nella sua forma più spontanea. Ma ciò che preme al regista è configurare il manicheismo classista figlio di un sistema logoro e stantio. Ci riesce, mettendo alla berlina i ceti sociali, le loro disuguaglianze, il cattivo esistere. Un successo planetario, - prima di questo, portato sullo schermo tre volte, nel 1953, '58 e '79 - che ha impinguato le casse della Fox di 600 milioni di dollari e a contribuito a lanciare Leonardo Di Caprio ai vertici dello star system hollywoodiano. Riedizione nelle sale nel 2012, in versione 3D.