LE NOTTI DI CHICAGO
Underworld
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Boss della malavita di Chicago, condannato per omicidio, evade dal carcere e si mette alla ricerca del suo vice e della donna che amava, convinto siano stati loro a tradirlo. Quando li rintraccia, si rende conto che i presunti traditori non lo hanno ingannato; al contrario, si sono resi partecipi per la sua evasione. Ma lo polizia è sulle loro tracce. Ormai accerchiati, l'uomo comprende che i due si amano e gli facilita la fuga. Rimasto solo, fronteggia le forze dell'ordine che alla fine prendono il sopravvento. Nuovamente arrestato, finirà sulla sedia elettrica.
Considerato il primo film-noir della storia del cinema, questo muto gangsteristico possiede tutte le qualità visive e narrative di un genere che influenzò notevolmente le produzioni a venire, soprattutto francesi, annesse al nascente crime-movie del cinema parlato. Dal soggetto di Ben Hetch, Josef von Sternberg - che sostituì dopo una settimana di riprese l'iniziale regista Arthur Rosson, licenziato sul set dal produttore Hector Turnbull - si dispone nella sua concezione idealista e fastosa, attraverso una direzione magistrale, carica di notevole influsso espressivo segnato dal furore e da una latente carica erotica, che tende ad esaltare gli aspetti tenebrosi di un dramma senza scampo, dal quale emerge la figura di un criminale, eroe solitario e romantico il cui fato è segnato dalla gloria e dalla morte. Le interpretazioni di un cast, non certamente di primo piano, appaiono comunque adeguate e il chiaroscuro di Bert Glennon accentua ancor più la cupezza di una storia impressa in forme agitate e maledette. Oltre il finale, memorabile, da seguire l'iniziale sequenza della rapina e quella dove il capo lusinga il suo vice. Fece scalpore per l'inusuale utilizzo di scene violente, respinto ben due volte dalla commissione di censura (il Codice Hays non era ancora in vigore), soprattutto per l'aspetto positivo concesso al protagonista, un delinquente; ammesso soltanto in terza istanza, dopo tre cambi di titolo e vari tagli di pellicola a riferimento di sequenze considerate esecrabili. Ben Hetch non lo riconobbe come suo, ma prese ugualmente l'Oscar, nella prima edizione degli Academy Awards, per il miglior soggetto. Howard Hawsk, non accreditato tra gli sceneggiatori, renderà omaggio al film attraverso citazioni presenti nei suoi Scaface - Lo sfregiato (1932, la scritta al neon "Il mondo è tuo", ancora ripresa da Brian De Palma nel finale di Scarface del 1983) e Un dollaro d'onore (1959, la moneta lanciata nella sputacchiera). Anche Federico Fellini prese spunto dalla scena del ballo tra i gangster, per farne una analoga in I vitelloni (1953). Arrivato in Italia con titolo Il castigo, presto sostituito da quello attuale, per rimanere in scia alla corrente francese che lo aveva titolato Les Nuits de Chicago.









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USA - 1927

Regia
Josef von Sternberg
Sceneggiatura
Robert N. Lee
Charles Furthman
dal soggetto di
Ben Hecht

Fotografia
Bert Glennon

Cast
George Bancroft
Evelyn Brent
Clive Brook
Fred Kohler
Helen Lynch
Larry Semon
Jerry Mandy
Alfred Allen
Julian Rivero





Track Music

(0.30)



Video Clip

(L´assedio)



Academy Awards
Oscar

Soggetto originale




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Kolossal a confronto - Made in Italy - 2002