Giudice corrotto, dopo aver favorito un imputato con sentenza a suo favore, è scoperto e costretto alla fuga dopo che la polizia ha messo una taglia di 10.000 dollari sulla sua testa. Un cronista, convinto che il magistrato si nasconda in un ospedale psichiatrico sotto falso nome, si fa passare per pazzo anche lui e quindi internare nel manicomio convinto di smascherarlo. Inizia la discesa all'inferi.
Diretto con notevole creatività e mano ferma dal re del b-western Budd Boetticher, è un noir claustrofobico e ansioso, di riflesso spaventoso per la continua proposizione di simbolismi devianti, rappresentati da buio, pareti, porte sbarrate e socchiuse. Personaggi torvi e sinistri alimentano una storia che non è di denuncia, tantomeno metafora del male ramificato nella società, ma piuttosto una sintesi veloce, anche se impostata nell'inverosimile, su criminalità e sadismo insiti nell'individuo comune. Ottime prove di Richard Carlson e Lucille Bremer, quest'ultima in un ruolo poco definito e non molto plausibile. Ispirò diversi registi d'avanguardia, come Samuel Fuller che da questo prese molto per realizzare
Il corridoio della paura (1963, Shock Corridor). Riedizione nel 1952 con titolo Human Gorilla. Inedito nelle sale italiane; proposto in televisione con titolo Il gorilla umano.
Regia
Budd Boetticher
Sceneggiatura
Eugene Ling
Malvin Wald dal soggetto di Malvin Wald Fotografia
Guy Roe Musica
Irving Friedman Cast
Richard Carlson Lucille Bremer
Douglas Fowley
Ralf Harolde
Thomas Browne Henry
Herbert Heyes
Gwen Donovan