DETOUR - DEVIAZIONE PER L'INFERNO
Detour
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Un giovane cabarettista fa l'autostop ed è preso su da un tizio che poi gli fa guidare l'auto. Durante il viaggio, l'uomo, colto da infarto muore. Il ragazzo, in preda al panico nasconde il cadavere e fugge. Poi, incontra una ragazza in un motel, senza sapere che il giorno prima, lo stesso conducente aveva dato un passaggio anche a lei. La giovane, al contrario, conosce la storia e tenta di ricattarlo, ma muore accidentalmente. Lui continua a fuggire senza sapere da chi e il perché.
Film oggetto di studio (e di culto) per molti anni da parte dei più grandi cineasti, tra i quali Martin Scorsese. Girato in 6 giorni, in due soli ambienti - dentro l'automobile e nella camera di un motel - budget al minimo e con tutte le approssimazioni del caso, a tratti evidenti, come le auto con lo sterzo a destra, frutto di un montaggio rovesciato della stessa sequenza per mancanza di materiale girato. E.G. Ulmer, regista indipendente, assistente in Europa del grande Friedrich Murnau, ispirandosi all'espresssionismo tedesco di Max Reinhardt, realizza un film a metà strada tra il noir europeo e il poliziesco americano. Il regista, pur ottenendo da attori sconosciuti pieno corpo e notevole vitalità, identificandoli così in personaggi prettamente compiuti, da valore non ai ruoli ma all'assurdo e alla fatalità del caso ed è proprio il caso che si serve di loro per manifestare la sorte e il destino di ognuno. E la sequenza finale - la morte accidentale della dark nera strangolata dal filo del telefono - filmata in un unico piano sequenza di 5 minuti, conferma in pieno la tesi del film: l'evento imprevisto corrisponde alla coincidenza che, ineluttabilmente, è legata al destino.

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