Alla morte di Charles Foster Kane, pezzo da novanta dell'editoria americana, un giornalista compie un'inchiesta attraverso interviste ad amici e dipendenti del capo, per scoprire la personalità di Kane, la storia della sua ascesa al potere e il testamento morale che ha lasciato.
Considerato tra i migliori film mai realizzati e sempre presente, ai primi posti, nelle top mondiali dei primi 10, 50 o 100 film d'ogni tempo (nel 1990 il prestigioso magazine 'Time Out', attraverso un sondaggio riservato esclusivamente agli addetti ai lavori di tutto il mondo cinematografico, lo ha eletto il più grande film di sempre). Dopo due prove opache (Hearts of Age -1934 e Troppo Johnson -1938) Orson Welles fa pieno centro in un lavoro che, essenzialmente, punta il dito sul sistema capitalistico e l'economia di mercato americana. Influenzato dal cinema europeo (russo e sovietico), Welles allora 25enne, mediante la genialità del progetto, realizza uno spettacolo vigoroso nel tracciato barocco dell'esposizione, concreto nel disegno da film-inchiesta, innovativo per le tecniche rivoluzionarie adottate (uso fotografico del 'Pan Focus'), sbalorditivo per l'assemblaggio e la profondità tra protagonisti e semplici figure secondarie; ma sopra ogni cosa, per l'utilizzo sistematico e multiplo del flashback; multiplo perché conferisce, ad una sequenza ripetuta, un differente punto d'osservazione e, soprattutto, la non disposizione cronologica degli eventi. Oltre le riprese a campo lungo, lunghissimo, il grand'angolo, la profondità lunga e ridotta, l'uso improprio delle luci, si contano più di 500 piani sequenza montati a blocco, che offrono una visuale serrata in aggiunta al ritmo soft persino nelle pause. Da considerare inoltre, per la prima volta nel cinema sonoro, la novità del 'dialogo incrociato', sovrapposizione delle battute che sostituisce il linguaggio teatrale, del quale ogni personaggio parlava senza essere interrotto. Non è quindi, tanto il lavoro intrinseco a dar valore all'opera, ma tutte le componenti singolari di una rivoluzionaria arte esteriore di fare cinema che, emerse assieme al soggetto, conferiscono al film quegli attributi di maestosità che effettivamente merita. Curiosità: la slitta da neve Rosebud, di appartenenza a Kane-bambino è ora proprietà di Steven Spielberg, che l'ha acquistata per oltre 60mila dollari. Alla sua uscita, il film generò numerose polemiche, soprattutto per l'esplicita allusione al potente magnate dell'editoria William Randolph Hearst, che Welles raffigura, attraverso il personaggio di Charles Foster Kane, come uomo cinico, preposto allo scandalo più che all'informazione, in perenne combutta con il malaffare, la calunnia, il ricatto sistematico, l'intimidazione continua. Hearst tentò in tutti i modi di bloccare la diffusione del film, anche con ricorso alla censura, ma non ottenne il risultato sperato. Ma grazie all'immenso patrimonio economico, riuscì ugualmente a screditare la pellicola, sia attraverso le pagine dei suoi giornali sia di altri quotidiani e magazine da lui non controllati; e dal 1941 rifiutò di indicare, pubblicizzare o commentare qualsiasi film prodotto dalla RKO.
Regia
Orson Welles Sceneggiatura
Orson Welles
Herman J. Mankiewicz Fotografia
Gregg Toland Musica
Bernard Herrmann
Cast
Orson Welles Joseph Cotten Dorothy Comingore Everett Sloane George Coulouris Fortunio Bonanova Gino Corrado Ray Collins Ruth Warrick Erskine Sanford Agnes Moorehead Richard Baer Paul Stewart Alan Ladd
Track Music
(0.30 - 236 KB wav)
Scena chiave
(Il comizio)
Frase celebre
(Charles F. Kane - Mr. Bernstein)
Academy Awards - Oscar
Sceneggiatura originale
Academy Awards Nomination
Film, Regia, Attore (Orson Welles), Fotografia, Musica, Montaggio, Scenografia e arredamento, Suono