Capo del sindacato della boxe, ingaggia un gigante argentino, tanto forte quanto poco intelligente. Il boss, approfitta della situazione e affida la promozione degli incontri a un giornalista specializzato, il quale prima lo appoggia, poi, quando scopre tresche, inganni e incontri truccati, denuncia l'organizzazione.
Dal romanzo omonimo (1947) di Budd Schulberg, genericamente ispirato alla figura di Primo Carnera, è tra i tanti film sul mondo pugilistico prodotti da Hollywood nel ventennio '40-'50. Difficile stabilire se sia il migliore; sicuramente tra i più incisivi a livello illustrativo, dinamico, di ritmo, perfetto nella ricreazione ambientale. La regia asciutta e realistica di Robson non denuncia, ma offre un panorama a 360º di un mondo cinico e perverso, prevalentemente dominato dal denaro e dalle scommesse. Personaggi ben inquadrati, sorretti da un'ottima squadra di attori, con Humphrey Bogart al suo ultimo film; morirà di cancro sette mesi dopo l'uscita del film nelle sale.