Famoso attore di Hollywood, dedito all'alcol, depresso e lasciato dalla moglie, è ricattato da un viscido produttore che minaccia di svelare la sua colpevolezza per un omicidio colposo commesso anni prima, quando, ubriaco, travolse e uccise un bambino con la propria auto. L'artista, non riuscendo a resistere alle continue aggressioni e in preda a sensi di colpa del passato, si suicida nella vasca da bagno.
Dalla pièce di Clifford Odets, che già nella rappresentazione teatrale del 1949 fece tremare lo studio-system per la violenta accusa nei confronti degli apparati produttivi, Robert Aldrich fa un film ancora più feroce, disseminato da personaggi cinici e arrivisti, incapaci di controllare la propria indole geneticamente ramificata in un inarrestabile impulso di crudeltà, abile a distruggere e annientare soltanto per il proprio interesse. E' un film di apparato agorafobico, filmato in una stanza, dove anche le forme più quiete assumono improvvisamente aspetti dispotici e aggressivi. Il dialogo, spesso volgare e violento, concede al lavoro la giusta forza espressiva e una certa particolarità penetrativa, capace di incunearsi nei meandri di quel sogno hollywoodiano che poi si manifesta come visione mostruosa, un inganno perverso, asfissiante e malvagio. Notevole uso della cinepresa e forte padronanza dei ruoli, espressi alla perfezione da un cast rilevante.
USA - 1955
Regia
Robert Aldrich
Sceneggiatura
James Poe dalla piéce di Clifford Odets Fotografia
Ernest Laszlo Musica
Frank De Vol Cast
Jack Palance
Ida Lupino
Wendell Corey
Jean Hagen
Rod Steiger
Shelley Winters
Everett Sloane
Track Music
(1.00 - 472 KB wav)
Scena chiave
(L'inganno)
Mostra Cinematogrfica di Venezia
Film (Leone d'Argento)