HO AMATO UN FUORILEGGE
He Ran All the Way
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Due malviventi, dopo aver rubato ad una azienda 10mila dollari destinati agli stipendi, fuggono, ma nel parapiglia uno dei due ci rimette la vita, come una guardia che aveva tentato di ostacolarli. L'altro, rimasto solo e con i soldi in tasca, ripara in un appartamento, accolto da una ragazza e la sua famiglia. Lei, subito si innamora dell'uomo ma questi, temendo di essere smascherato, prende tutti in ostaggio e tenta la fuga. La giovane è costretta ad ucciderlo.
Dall'omonimo romanzo (1947) di Sam Ross, noir pessimista attraversato da venature di carattere collettivo, impresse nelle condizioni disperate di un perdente nato, marchiato come bestia braccata e dal sentimento senza futuro di una ragazza, anche lei di modesta estrazione sociale, obbligata suo malgrado ad abbatterlo. Film di produzione indipendente diretto da John Berry, sceneggiato da Dalton Trombo e Hugo Butler, tutti e tre, per i loro ideali di sinistra, inclusi nei bandi di proscrizione maccartisti e per questo, nei primi anni di rilascio della pellicola, sostituiti negli accrediti da Emmett Emerson (assistente di J. Berry alla regia) e Guy Endore (sceneggiatura). John Garfield giganteggia nel ruolo del bandito privo di speranza, qui al suo ultimo film di una carriera non lunga ma costellata da interpretazioni memorabili, attore infelicemente sottovalutato dall'infernale macchina hollywoodiana. Ottimo allestimento notturno, piovigginoso, ricco di materie che influenzano e molto le atmosfere di paura e di disagio; grazie soprattutto alla fotografia di James Wong Howe, il quale, per rendere oblique alcune inquadrature fece uso dell'innovativo sistema della sedia a rotelle, dove l'operatore, seduto, con un movimento avanti e indietro, rese perfette alcune sequenze riprese dal basso verso l'alto. La critica del tempo si scagliò contro la scelta di mostrare una famiglia sequestrata in casa da un gangster, evento mai descritto prima in un film americano; ma quando tre anni dopo, in analogo tema, William Wyler fece Ore disperate (1955), gli applausi si sprecarono.

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