Dopo la morte della moglie, ninfomane, squilibrata e alcolizzata, rimasto vedovo, il marito, celebre pittore, č accusato di aver provocato il decesso della consorte. Fugge e inizia a indagare per proprio conto; poi, aiutato da ragazzini del posto, scopre il vero colpevole.
Dall'omonimo romanzo (1956) di Hugh Wheeler, firmato dall'autore con lo pseudo Patrick Quentin, dramma familiare a tinte nere, interpretato (e prodotto) dal 45enne Alan Ladd, sotto cura disintossicante e pietrificato davanti la cinepresa, diretto sotto misura da Michael Curtiz, al tempo incontrastato dominatore di film spettacolari (La leggenda di Robin Hood) e capolavori vari (Casablanca), qui al volgere di una carriera strabiliante. Il bianconero di John F. Seitz, le musiche di J. Salter e gli accorgimenti del regista, tappano le falle di una sceneggiatura scriteriata e inverosimile (gli adulti tutti ottusi e i bambini intelligentissimi), a dispetto della firma di Reginald Rose. Due scene da ricordare: la festa e la fuga del protagonista per evitare il linciaggio.
Regia
Michael Curtiz
Sceneggiatura
Reginald Rose dal romanzo di Hugh Wheeler Fotografia
John F. Seitz Musica
Hans J. Salter Cast
Alan Ladd
Carolyn Jones
Diane Brewster
John Lupton
Charles McGraw
Michael McGreevey
Tom Helmore