SO CHE MI UCCIDERAI
Sudden Fear
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A San Francisco, nota drammaturga, ricchissima, sposa un aitante attore di poco mestiere che a sua volta conserva intatto il rapporto con la sua amante, poi scoperto dalla moglie che registra i loro dialoghi. I due, per evitare che la commediografa escluda il marito dall'eredità, progettano di ucciderla; tuttavia, la donna, scaltra, ha già in mente un piano per eliminarli entrambi, ma non ha il coraggio di portarlo a termine. Epilogo tragico.
Dal romanzo "Ils ne m'auront pas" (1948) di Edna Sherry, un noir di efficace suspense, intensamente melodrammatico, costruito sul tema della sensualità con la variabile di un intricato quando angoscioso ménage à trois. Ricco di atmosfere melense, pregne di ambigui interessi, immoralità, perversione, ansie e disturbi della psiche, si avvale di ottima messa in scena impressa a metodo da una seducente fotografia. Ma la forza trascinante di questo thriller proviene dalla presenza di un trio di attori formidabili, con Joan Craword, nominata all'Oscar e ai Golden Globes, vera mattatrice anche sui set di ripresa. È lei che comanda realmente; dal suo ruolo di produttrice esecutiva detta ordini e offre varianti persino nella sceneggiatura, soprattutto per il finale, da lei imposto in toni spasmodici, per molti versi impressionante, con Jack Palance, anche lui nominato all'Oscar, che investe l'amante con la propria auto credendo fosse la moglie, per poi suicidarsi dopo aver compreso l'errore. Dirige David Miller, eccellente regista da sempre ingenerosamente sottovalutato. Il titolo italiano va oltre il ridicolo.

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