Nevrotico scienziato americano si fa circuire dai servizi di una potenza straniera. Tradisce la patria; poi, in preda a sensi di colpa si ravvede.
E' primo caso di un film sonoro nel quale non è pronunciata una parola per tutto l'arco della durata. Girato in pieno regime macchartista, è un omaggio all'appartenenza, alla lealtà verso lo stato e al totale rifiuto dell'ideologia comunista, imperante all'epoca in diversi ambienti della cinematografia hollywoodiana. Ma più che altro è un film di tendenza. Russell Rouse, anche sceneggiatore, lo propone a modello di cinema muto privo di sottotitoli. Le sequenze si susseguono come quadri di un puzzle intricato e angosciante, dove azioni, gesti e movimenti assumono valore fondamentale per una storia che pone l'accento sul precario equilibrio psichico di un uomo alle prese con la propria coscienza e la turbe del rimorso. Significativo il continuo passaggio di biglietti e oggetti da un personaggio all'altro, notevoli le scene dei pedinamenti, perfettamente inserite a modello di suspance in un film dominato da musica, realiste inquadrature di Sam Leavitt e da uno straordinario Ray Milland, con quel suo girovagare tra le strade di Washington e New York alla ricerca di una impossibile verità, che riporta alla memoria la disperata interpretazione da lui offerta in Giorni perduti (1945), che gli valse l'Oscar.
USA - 1952
Regia
Russell Rouse
Sceneggiatura
Russell Rouse
Clarence Greene Fotografia
Sam Leavitt Musica
Herschel Burke Gilbert Cast
Ray Milland
Martin Gabel
Harry Bronson
Rita Vale
Rex O'Malley
Rita Gam
John McKutcheon
Joe Conlin