Ragazza americana in vacanza a Roma, suo malgrado e senza colpe, finisce invischiata in una serie di omicidi. Indaga per conto suo e alla fine trova il colpevole.
Hitckcockiano nella forma, con omaggio al titolo in rimando a L'uomo che sapeva troppo (1956), è il primo esempio di 'giallo all'italiana', filone poi consolidato da Dario Argento a partire dai primi anni '70, dove Mario Bava riesce a far convivere ironia e suspense in un thriller commediale dall'indecifrabile disegno narrativo. Senza badare a sottigliezze, il regista trova modo di creare lo 'spavento' per mezzo delle sequenze degli omicidi e, allo stesso modo, perfeziona l'inquietudine attraverso un clima pressoché notturno, indice del terrore però mai pienamente espresso, dal quale emerge un corollario di immagini superbamente impresse in un meccanismo fotografico di stile irrazionale, fatto di luci e penombre che accentuano, anche in spazi aperti, un'atmosfera estremamente claustrofobica. Scritto a sei mani, mediocre come storia, è comunque un film originale nel suo genere, malgrado la non sufficiente interpretazione di una squadra di attori, pur affermati, ma fuori ruolo. Fastidiosa voce off che accompagna gli eventi. Girato a Roma tra Piazza di Spagna e il quartiere Coppedé, sede di riprese per innumerevoli film a venire.
Regia
Mario Bava
Sceneggiatura
Mario Bava
Enzo Corbucci
Ennio De Concini
Eliana De Sabata
Mino Guerrini
Franco Prosperi Fotografia
Mario Bava Musica
Roberto Nicolosi Cast
Letícia Román
John Saxon
Valentina Cortese
Titti Tomaino
Luigi Bonos
Milo Quesada
Robert Buchanan
Marta Melocco