Scampato al lager nazista, dove tutta la sua famiglia ha trovato la morte, ebreo ossessionato dalla memoria ancora viva, si isola a New York, dove gestisce un banco di pegni di proprietą di un boss che opera nel campo dello sfruttamento della prostituzione. Il suo comportamento, disumano e incanaglito verso il prossimo, cambia quando il suo commesso è ucciso a revolverate durante una rapina finita male.
Dal romanzo omonimo (1961) di Edward Lewis Wallant, dramma razziale centrato sulla figura di uomo che non riesce a cancellare gli orrori del passato, se non attraverso il giovamento scaturito dal disprezzo, gettato in faccia su chiunque lo circondi. Tematica forte, affrontata a modello rischioso per quanto concerne il protagonista, ebreo psicologicamente sofferente e oppresso, ma anche figura assai sgradevole, per molti versi, incompiuta. Il raffronto messo in atto tra la tragedia dell'olocausto e il territorio newyorkese di Harlem (straordinaria esposizione del quartiere nero), è un vero apologo sulla condizione umana e sul suo stato sociale, ormai serva del denaro, raggrinzata nell'isolamento, quindi non lontana dallo stato di segregazione. Il dialogo poggia sull'essenziale, i ricordi sono affidati a fulminati micro-regressioni in flashback, l'ambiente interno del banco dei pegni appare claustrofobico (notevole bianconero di Boris Kaufman) alla stessa maniera dei personaggi che lo frequentano. Imponente interpretazione di Rod Steiger, qui all'apice della sua carriera. Criticato alla sua uscita per il tono argomentale di struttura confusa, da molti critici definito 'troppo ammassato' tra ideologismi antisemitici, denuncia sociale, emarginazione razziale e resoconto tra colpa ed espiazione, affidato più alla suggestione individuale che non allo stato concreto dei fatti. Dopo 30 anni di ossequioso rispetto al codice Hays, è il primo film che osò sfidare la censura americana, attraverso la scena della donna nuda dalla vita in giù; in questo lunghissimo lasso di tempo, in nessun altro film fu mai ammessa una sequenza del genere. Qui, la commissione non applicò restrizioni, in quanto la scena venne considerata fondamentale nella misura narrativa del film; di fatto, decisione aprì nuovi scenari di tolleranza verso l'erotismo cinematografico.
Regia
Sidney Lumet
Sceneggiatura
Morton S. Fine
David Friedkin dal romanzo di Edward Lewis Wallant Fotografia
Boris Kaufman Musica
Quincy Jones Cast
Rod Steiger
Geraldine Fitzgerald
Brock Peters
Jaime Sánchez
Thelma Oliver
Marketa Kimbrell
Baruch Lumet
Juano Hernandez
Linda Geiser
Nancy R. Pollock
Raymond St. Jacques
Track Music
(1.00 - 472 KB wav)
Video Clip
Scena chiave
(La rapina)
Academy Awards Nomination
Attore (Rod Steiger)
Golden Globes Nomination
Attore (Rod Steiger)
Bafta (ING)
Miglior attore (Rod Steiger) - Nomination: Film
Festival di Berlino (GER)
Premio FIPRESCI: Film - Orso d'Argento: Miglior attore (Rod Steiger) - Nomination Orso d'Oro: Film