In epoca e luogo non precisato, razza aliena tiene sotto tiro la volontà degli umani attraverso la sola forza del pensiero. Un uomo, dotato di poteri telecinetici, sfugge al controllo degli extraterresti.
Pur assumendo l'impostazione tipica del noir moderno associato a forme fanta-orrorifiche, è un film che ricalca, ricicla, assoggetta temi e impianti già sfruttati in precedenza dal filone del cinema nero. Parte dai generi di Orson Welles e Fritz Lang, riesuma produzioni b-movie sci-fi anni '50 e conclude l'itinerario nel contemporaneo, dettato dall'impostazione dialettica e scenografica di Blade Runner. In questo guazzabuglio senza idee, tenuto in piedi da un filo narrativo monocorde con dialoghi sconnessi e vacui, emerge la volontà di dimostrare come il genere umano sia di per se dipendente dal luogo che lo circonda e, di conseguenza, bramoso di cercare nel proprio io la vera coscienza. Operazione fin troppo modernista calcolata su metafore intellettuali, con attori fuori parte, personaggi slegati, prima sezione del film incomprensibile, atmosfere totalmente e visivamente affossate nella claustrofobia notturna. Non centra nulla con il film dall'analogo titolo del 1950 di William Dieterle, quello si, tradotto in italiano La città nera, ma di ben altro stampo.
USA - 1998
Regia
Alex Proyas
Sceneggiatura
Alex Proyas
Lem Dobbs
David S. Goyer dal soggetto di Alex Proyas
Fotografia
Dariusz Wolski
Musica
Trevor Jones
Cast
Rufus Sewell
William Hurt
Kiefer Sutherland
Jennifer Connelly
Richard O'Brien
Ian Richardson