
Nasce in Canada da famiglia ucraina emigrata in America all'inizio del secolo. Trasferitosi presto negli USA, studia matematica e fisica al California Insitute di Pasadena e, nel mezzo, nei primi anni '20, è assunto dalla Paramount in qualità di montatore. Ottiene la sua prima regia nel 1935 con The Hawk e negli anni a seguire è regista non accreditato per altri film sconosciuti, come Television Spy e Million Dollar Legs. Il suo modo di fare cinema è basato sul ´Concept and Practice´ (dal titolo dell'autobiografia pubblicata nel 1984), concetto e pratica, nel significato d'assimilazione tra ispirazione teorica delle forme concretizzate poi in immagini. Inizialmente trasmette nei suoi film i propri ideali derivati da un'ideologia progressista che abbatte tutti i muri del totalitarismo e dell'antisemitismo. Il fattore principale nei primi lavori è dettato dall'odio, manifestato sempre con grigiore narrativo e intercalato da vicende connesse ad una realtà di vita non distante. Dopo aver realizzato film di propaganda antinazista, Hitler's Children e Eravamo tanto felici, violenti attacchi al militarismo di stato con velate simpatie ai sistemi dell'est-europeo, gli è affidata la regia del noir L'ombra del passato, più che altro imposta, per mantenerlo sui binari della normalità. Il film ottiene immediato successo e l'anno seguente è ancora maggiore per altri due neri, Anime ferite e, soprattutto, Odio implacabile, nel quale manifesta tutti i suoi ideali nel campo dell'antisemitismo. Stringe un sodalizio di ferro con il produttore e sceneggiatore Adrian Scott, ma la sua carriera volge improvvisamente al rischio. Inquisito per propaganda antiamericana, è iscritto nella famosa "Lista dei 10" rifiuta in prima istanza di rispondere alle accuse, è condannato a sei mesi di reclusione. Dopo un ripensamento e scontata la pena, pur di continuare il suo lavoro, si presenta davanti alla commissione dell'HUAC e denuncia, insieme al regista Frank Tuttle anch'esso inquisito, nomi di colleghi e amici; tra questi, William Dieterle e lo stesso Scott, che ne uscirà a pezzi senza più alcun ingaggio. È così lasciato libero di proseguire la sua attività a Hollywood, ma il gesto maturato e il conseguente rimorso, segneranno e molto il proseguimento della sua carriera. Ormai abbandonati gli ideali filo-comunisti, dopo la cancellazione del suo nome dal partito, le tematiche che impone nei film sono sempre la stesse, anche se abilmente camuffate dai generi e dall'abile qualità registica mai venuta meno: vendetta e tradimento, colpevolezza o innocenza. Su queste tesi si appoggiano quasi tutti i film realizzati fino al termine della carriera. Presenti ed efficientemente integrati nel western (La lancia che uccide, Ultima notte a Warlock), nel thriller (La tigre nell'ombra) e specialmente nel war-movie, dove, con L'ammutinamento del Caine, porta la figura di Fred MacMurray ai limiti della bassezza umana e dell'infamia, quasi a propria autoidentificazione. Sempre più distrutto dalle ombre del passato, malgrado il produttore Stanley Kramer gli offra grandi possibilità, non riesce più a ritrovare la vena dei tempi andati e pur dirigendo con perfetto stile film importanti come La mano sinistra di Dio, La fine dell'avventura, L'albero della vita, I giovani leoni, Anime sporche e Alvarez Kelly, dà sempre più impressione che la sua avventura nel cinema sia prossima a una fine, non annunciata ma più che altro prevista. Infatti, l'ultimo decennio da regista, dal 1968 al 1976, è consumato in film di routine senza spessore; tocca il fondo con Lo sbarco di Anzio (produzione italiana) dove tenta di riesumare gli antichi fasti diretti con successo negli anni '40 per un cinema bellico a lui molto caro (Gli eroi del Pacifico del 1943), ma senza riuscirvi. Con Barbablù e Il giustiziere, opere di secondo livello, chiude definitivamente la carriera; un curriculum che, senza quella sporca avventura centrale, sarebbe stato a dir poco illuminante. Sposato a Madeleine Robinson; dopo il divorzio si unisce in matrimonio con l'attrice Jean Porter, dalla quale avrà tre figli.
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