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Il suo nome completo era Alfred Joseph Hitchcock. Soprannominato "Il re del brivido", è indiscutibilmente e unanimemente riconosciuto in ogni tempo come il più famoso, leggendario regista del thriller psicologico, nonché inventore di un nuovo genere: il giallo cinematografico. Il suo stile è determinato da regole ben precise: azione, suspance, mistero, psicologia, sesso e, talvolta, humor, che riescono ad interagire con straordinaria adattabilità in qualsiasi contesto, sia esso presente in una visione di carattere leggero, sia maturato in un profondo quadro drammatico. A differenza di una consuetudine tipica del giallo classico, dove il colpevole o l'assassino è spesso identificato nel finale, nella maggioranza dei lavori hitchcockiani il volto del criminale è svelato sin dall'inizio. In questo procedimento la storia viene architettata in molteplici funzioni, proprie delle scatole cinesi; e in un susseguirsi di colpi di scena, che abbracciano angoscia e ombra del dubbio, emerge il disegno interiore dei protagonisti attraverso diversificate varianti narrative che servono a determinare nello spettatore un vero senso d'inquietudine. Hitchcock ha sempre dato unica importanza al soggetto, maturato nella propria geniale creatività, ma non si è mai addentrato personalmente, se non in rari casi, nella stesura del racconto, che affidava sempre agli sceneggiatori. Nel corso della lunghissima carriera, oltre che ricorrere ai più prestigiosi dialogisti si è sempre servito di attori ai massimi livelli; tra i maggiori si ricordano Gregory Peck, Cary Grant e James Stewart. Famose le sue apparizioni in film da lui diretti; 36 camei inizialmente determinati dall'esigenza di riempire lo schermo e susseguentemente usati come forma scaramantica a modello di gag. Terminati gli studi d'obbligo dai gesuiti del St. Ignatius College di Londra, sempre nella capitale s'iscrive alla School of Engineering and Navigation e, susseguentemente studia arte presso la University of London. Nel 1920 fa il suo ingresso nel cinema; inizialmente alla Famous Players-Lasky - succursale inglese dell'americana Paramount - come disegnatore di sottotitoli per film muti. Negli anni '20 presta la sua opera alla UFA, dove riceve influenza dal cinema espressionista di Fritz Lang e nel 1925, dopo due cortometraggi, dirige il suo primo film, Il giardino del piacere. Le prime opere sono riconducibili ai generi più disparati tra commedie, melodrammi e finti polizieschi. Dopo Ricatto del 1929, il suo nome in Inghilterra è già noto; per tutti gli anni '30 firma uno dietro l'altro gialli di spessore come L'uomo che sapeva troppo, Il club del 39, Sabotaggio, Giovane e innocente e La signora scompare. Da Hollywood il produttore indipendente David O' Selznick gli offre un contratto fisso e nel 1940 il regista si stabilisce negli USA, conservando la cittadinanza inglese alla quale non rinuncerà mai. Il suo primo impatto con la realtà americana non lo turba minimamente e proseguendo nel suo stile esordisce con due grandi film entrambi del '40, Rebecca, la prima moglie e Il prigioniero di Amsterdam. E sulla scia del successo realizza altri prodotti sempre appoggiati alle forme più svariate dettate dalla trepidazione: Il signore e la signora Smith, Il sospetto, Sabotatori, L'ombra del dubbio, Prigionieri dell'oceano, fino ad arrivare al più celebre Io ti salverò del 1944, nero psicologico sullo sdoppiamento della personalità e primo film in assoluto sul trattato della psicoanalisi. Le continue e pressanti ingerenze del produttore su ogni suo lavoro, determinano lo scioglimento del contratto. Nel 1946 dirige e produce lui stesso Notorius, l'amante perduta e l'anno seguente scioglie ogni rapporto con Selznick dopo aver girato Il caso Paradine. Appoggiato alla Warner Bros e in seguito alla Universal, gestisce i suoi lavori indipendentemente e spesso da produttore. Nel periodo più felice della sua carriera - il decennio '50 - '60 - è artefice dei più famosi film nel genere giallo-thriller, dove infonde una variante alla propria ideologia di base, accentuandola con tematiche d'aspetto sociale e comportamentale. Esempi in tal senso sono riconducibili a L'altro uomo (tema sulla complicità criminale), Nodo alla gola (omosessualità e correità), Io confesso (rivelazione di un assassino a un prete confessionale che non può denunciarlo), Il delitto perfetto (dramma coniugale), La finestra sul cortile (voyeurismo), Caccia al ladro (autoesposizione di un criminale che vuol smascherare il vero colpevole), La congiura degli innocenti (cinismo e qualunquismo), L'uomo che sapeva troppo (dramma familiare e remake dell'omonimo del 1934), Il ladro (scambio di persona), La donna che visse due volte (inganno e doppiezza) e Intrigo internazionale (spionaggio con richiami alla realtà quotidiana). Nel periodo, è autore del famoso tv-series "Alfred Hitchcock Presents" del quale dirige personalmente oltre cento episodi. Nel 1960, oltre la maturazione, trova l'apoteosi con Psyco, suo film più famoso ma non il migliore, generato dalla forma stretta del thriller senza scampo, dove suggestioni, pazzie e omicidi si susseguono in una sorta di fatalismo psicoanalitico. Dopo Gli uccelli (noir semifantascintifico con richiami al sociale) e Il sipario strappato (puro spionaggio), la vena propositiva di Hitchcock appare svelenita; ogni suo lavoro si presenta come semplificazione del già visto e senza la verve caratterizzante dei suoi capolavori, ogni film appare un qualcosa che poco assomiglia alla genialità del suo creatore. È così, che con Marnie (1964, psicologico), Frenzy (1977, sessualmente ed esplicitamente maniacale), Topaz (1969, il solo film di Hitchcock non riuscito con 5 finali e una pastrocchiata storia spionistica sulla guerra fredda), Complotto di famiglia (1979, humor a iosa), si conclude la carriera di un vero genio della filmografia nera. Nel 1980 riceve dalla Regina Elisabetta il titolo nobiliare di Sir della Corona; muore nello stesso anno durante la lavorazione di quello che doveva essere il suo ultimo film, The Short Night, non più terminato. Solo cinque nomination all'Oscar per la regia, nessuna statuetta, neppure alla carriera, solo una targa ricordo nel 1968; incredibile, ma vero. Sposato per tutta la vita alla sceneggiatrice Alma Reville, dalla quale ha avuto una figlia, Patricia. |
OSCAR
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