Geniale autore della cinematografia e tra i più acclamati registi degli ultimi 40 anni. Il solo, vero cineasta ad essere rimasto ancorato alla propria creatività, senza mai ricorrere alla ripetizione e, soprattutto, all'imitazione. Nella sua lunga carriera espressa solo in 13 film, Kubrick ha attraversato tutti i generi filmici, ad eccezione del western, spesso costruendoli in una dimensione visiva colossale di gran brillantezza, usando un carattere narrativo non convenzionale che spesso ha suscitato anche ingenerose critiche poi, negli anni a seguire, impudentemente ribaltate. Dopo gli studi alla New York University, lavora con successo da fotografo nel magazine Look. Nel cinema fa il suo esordio con tre documentari: Il padre volante, Il giorno del combattimento, entrambi del 1951 e The Seafarers del 1953, intervallati dal suo primo lungometraggio a storia fissa (circa 70 minuti la durata) dal titolo Paura e desiderio, realizzato con stanziamenti personali e prestiti derivati da familiari e conoscenti. Notato dal produttore James B. Harris, è chiamato a dirigere due noir a basso costo che già rivelano notevole ambizione e il segno distintivo del regista, Il bacio dell'assassino e Rapina a mano armata. Nel 1957 inaugura il suo primo, autentico film, Orizzonti di gloria, lavoro antimilitarista che fece arrabbiare critica specializzata (di parte) e, principalmente, apparati politici di mezza Europa (in Francia e Svizzera il film fu escluso dalle sale per 18 anni). Capolavoro che prevarica qualsiasi concetto temporale; l'attacco di Kubrick non punta soltanto sull'inutilità del conflitto, tema più volte espresso nel cinema, ma accentua l'attenzione sull'indice degli apparati militari e sui complotti interni tra i grandi papaveri della guerra e le forti frasi tipo "...la guerra è il sacrifico necessario per il bene della nazione..." è osteggiato in forme che visibilmente deridono chi le pronuncia. In questo suo primo film, già si nota l'accuratezza nelle ricostruzioni scenografiche degli ambienti; dai lussuosi palazzi del comando, autentici saloni da museo corredati da arredamenti imperiali, agli alloggi dei soldati, meste baracche immerse dal buio, frequentate soltanto da chi deve obbedire e assecondare ogni volere proveniente dagli alti comandi della guerra. E sul piano di ripresa si nota la creatività originale, con l'irrefrenabile ´girandola´ a mó di carrellata che accompagna l'ispezione di Kirk Douglas lungo tutto l'arco della trincea con inquadrature a spalla che seguono da davanti e dietro il lesto avanzare del protagonista. Due anni dopo, Kirk Douglas, arrabbiato perchè escluso dal ruolo principale di Ben-Hur da William Wyler che pretese Charlton Heston in quella parte, interpreta e produce in azione esecutiva il costosissimo Spartacus, kolossal storico di fattura laica affidato inizialmente alle esperte mani di Anthony Mann. Ma soltanto due mesi dopo l'inizio delle riprese, Douglas, scontento dei metodi di regia di Mann lo sostituisce con Stanley Kubrick, memore dell'impresa sul set di Orizzonti di gloria. Ma per Kubrick è un ibrido; non rifatto dall'inizio ma continuato attraverso continue ingerenze di Kirk Douglas. Il risultato finale parla di un film di grande fattura e indimenticabile storia, con accenni alla lotta di classe che richiama schemi marxisti-comunisti, che non soddisfò affatto il regista che non potè mai agire come avrebbe voluto. Nel 1962, dal romanzo scandalo di Vladimir Nabokov, filma il drammatico Lolita, storia incentrata sulla doppiezza dei protagonisti (tema spesso presente nei suoi lavori), sulla maniacalità sessuale e sulla pedofilia, anche se mai visivamente rappresentate. L'anno seguente è la volta della commedia con il satirico Il dottor Stanamore, film militaresco in piena guerra fredda, dove il regista riesce a far combaciare gli schemi della finzione goliardica apparentandoli a quelli della fantapolitica. L'elemento principale è costituito da una bomba, che poi nient'altro rappresenta se non un'espressione figurata tra l'ordigno e il fallo sessuale in mano a chi detiene le sorti del pianeta; vale a dire mancanza di capacità tra coloro che vogliono dominare il mondo e, in uguale misura, se stessi. Quattro anni dopo, nel 1968, Kubrick affronta la fantascienza con il mitico e insuperato 2001: Odissea nello spazio, quintessenza dello sci-fi, realizzato in 4 anni con sorprendenti effetti speciali da lui stesso creati (i modelli delle astronavi furono in seguito copiati dai progettisti della NASA per le varie avventure spaziali), per un film di alto tessuto filosofico, dove il cardine sta nell'evoluzione umana, sempre in progresso ma incapace di oltrepassare la barriera astratta dell'inconscio, con accenno finale sulla sopravvivenza dell'anima, che a detta di un laico come Kubrick è tutto dire, ma posto principalmente per esortare la coscienza dello spettatore a fronte dell'enigma più irrisolto dall'umanità, che, ad oggi e probabilmente mai, nessuno riuscirà mai a pronunciare. 2001 è anche il film dove Kubrick rinuncia per sempre alla colonna sonora originale, qui già preparata da Alex North ma non incisa nei nastri; in questo caso come per il futuro il regista preferisce affidarsi a composizioni sinfoniche già esistenti tratte da opere dei grandi compositori classici. Poi, in contrasto e stanco dei metodi di lavoro hollywoodiani, il regista si trasferisce in Inghilterra per non far mai più ritorno negli USA, sua patria nativa. A Londra, fonda la casa di produzione Stanley Kubrick Productions con sede al Pinewood Studios di Borehamwood nello Hertfordshire. Nel 1971, Arancia meccanica tocca probabilmente il massimo picco della filmografia kubrickiana. Film apparentato al genere criminale, violento in ogni espressione rappresentata, simbolico nei colori e nelle scenografie, stupefacente per le inquadrature ad angolo, ma sopratutto di chiaro riferimento alla scelta soggettiva dell'uomo nel voler scegliere la strada del bene o del male senza imposizioni di chicchessia. Controverso, visionario e immaginoso, ricco di un fascino particolare, tocca i rapporti familiari ed esercita forte pressione sugli apparati dello stato che intendono rigenerare i criminali attraverso cure avveniristiche che demoliscono la capacità di ragionamento del soggetto per giungere al risultato finale precostruito: liberare le carceri dai delinquenti comuni, rimessi in circolazione nella società civile, per dare così spazio nelle galere solo ed esclusivamente ai prigionieri politici. Quattro anni dopo, nel 1975, Kubrick filma Barry Lyndon, sontuoso film in costume improntato sull'aristocrazia del XVIII secolo, realizzato con maniacale impegno sul particolare, ampie panoramiche di ripresa e uso di luce naturale negli interni, attuata con uso delle candele e particolari lenti Zeiss. Ma il film fu un mezzo flop ai botteghini, non riscontrò il successo di un pubblico ormai avviato negli anni '80, stanco dei pomposi colossi storici del ventennio precedente. Nel 1980 dirige Shining, film 'horror di geniale creatività. Espressivo al massimo, con uso continuativo della steadycam, notevole nella sequenze del labirinto, è la vigorosa parabola che segna la linea di confine che divide la normale attività mentale dal suo lato tenebroso. Dopo sette anni di inattivitàà il regista torna sugli schermi con il war-movie Full Metal Jacket, possente film sulla guerra del Vietnam, girato completamente in Inghilterra e diviso in due parti altamente significative e fatalmente non rescindibili: la lunga pagina dell'addestramento delle reclute marines, sotto la dura scorza del mitico sergente Hartman, brutale ma efficace trasformatore di soggetti umani in macchine da guerra; e la seconda, quella propriamente bellica, a tratti violenta, che ancora una volta non risparmia accuse all'inutilità della guerra. Passano altri 12 anni e Kubrick realizza il suo ultimo film, Eyes Wide Shut (1999), dramma-thriller con Tom Cruise e Nicole Kidman; implacabile esposizione dei rapporti di classe e di potere, con immagine focalizzata sulle differenze sociali tra ricchi e poveri, sulla povertà di espressione delle donne, sulla simbolica e mercenaria esposizione dei loro nudi. Il film fu realizzato senza che il cast potesse mai vedere il regista; nè ad inizio di riprese, tantomeno nell'epilogo della realizzazione. Kubrick si trincerò a Pinewood, in una roccaforte irraggiungibile da dove, attraverso microfoni e altoparlanti, gestiva le direttive di ripresa. Il regista muore improvvisamente, probabile infarto acuto (ma la vera ragione è ancora sconosciuta), tre mesi dopo aver ultimato il lavoro. Sposato tre volte con due divorzi: primo matrimonio con Toba Metz; poi separazione anche con l'attrice Ruth Sobotka, conosciuta sul set di Il bacio dell'assassino (1955), infine terza unione con Christiane Susanne Harlan, con tre figli, Caterina, Alez e Vivien, quest'ultima compositrice, alias Abigail Mead.
|