Il suo nome completo era Joseph Leo Mankiewicz. Prima ancora che regista, sceneggiatore e soggettista, Mankiewicz è stata una delle figure più ambite all'interno dell'apparato industriale di Hollywood, dove ha diretto e sceneggiato per le più potenti majors, ricevendo attestati, Oscar e vari riconoscimenti. Intellettuale, tra i cineasti più letterati, di stile asciutto, moderno, usa il dialogo come forma di movimento dei personaggi e la cinepresa in funzione degli interpreti, veri punti di riferimento delle storie, di là dalle inquadrature di sfondo, paesaggistiche o di contorno. Quindi, un regista che fa dell'unità di ripresa la sua forza essenziale, potente e imprescindibile, sempre partendo dal concetto dell'uomo (o donna) che tende a miscelarsi in artista. Di origine lettone-polacco-tedesca, studia psichiatria alla Columbia University, ma ben presto lascia gli studi e si trasferisce in Germania e a Berlino svolge attività di giornalista corrispondente del Chicago Tribune e del magazine Variety. Poi, grazie all'interessamento del fratello minore Herman, che era a capo del Dipartimento Sceneggiatori alla Paramount e, soprattutto di Eric Pommer, inizia a collaborare nel cinema presso la UFA in qualità di traduttore didascalico per film muti distribuiti in Germania dello studios americano. In seguito, è proprio il fratello a chiamarlo a Hollywood e con l'avvento del sonoro inizia a scrivere sceneggiature, non solo per la Paramount ma anche per la United Artists, la RKO, la Fox e dal 1934 per la M-G-M. Nel giro di tre anni firma sceneggiature per una ventina di film; tra questi, Gambe da un milione di dollari, Alice in Wonderland, Se avessi un milione, I diplomatici, Nostro pane quotidiano, Manhattan Melodrama, Io vivo la mia vita, Le chiavi del Paradiso. Alla M-G-M, per volere di Luois B. Mayer passa alla produzione (I tre padrini, Furia, Ossessione del passato), pur continuando l'incarico di sceneggiatore. Per Mankiewicz, l'ambizione e la voglia di dirigere sul set è molto forte, ma la decisione spetta solo a Mayer che è contrario. Il rapporto prima s'inclina e poi si rompe definitivamente. Joseph torna alla Fox e grazie a Darryl Zanuck ottiene la sua prima regia per il melodramma gotico Il castello di Dragonwyck, da lui stesso sceneggiato, inizialmente affidato alla regia di Ernst Lubitsch, che però malato dovette rinunciare alla direzione. La strada è ormai spianata e il sogno del regista si rende concreto. Versatile, gira film di ogni genere con prevalenza alla commedia e al melodramma. Dopo Il fantasma e la signora Muir e Lettera a tre mogli, nel 1950 ottiene la definitiva consacrazione con il pluripremiato Eva contro Eva. Nello stesso anno è autore del noir Uomo bianco, tu vivrai!, poi è la volta della commedia La gente mormora e dello spionistico Operazione Cicero, suo ultimo film del periodo alla Fox. Resosi indipendente, è richiesto nuovamente dalla M-G-M che gli propone un contratto per tre film, ma che in pratica sarà poi uno solo: Giulio Cesare (1953), probabilmente la migliore trasposizione shakespeariana fatta da Hollywood, escluse quelle inglesi di Laurence Olivier. L'anno dopo filma il successo internazionale di La contessa scalza, poi, in successione, Bulli e pupe, Un americano tranquillo e Improvvisamente l'estate scorsa, tutti lavori di personale prestigio.
Dopo tre anni di ferma, improvvisamente è chiamato alla Fox dal produttore Walter Wagner per porre rimedio al disastroso kolossal Cleopatra, dopo il licenziamento sul set di Rouben Mamoulian. Il film è una catastrofe a metà; procurņ alla Fox danni economici indescrivibili, rischio di bancarotta e al regista due esaurimenti nervosi che contribuirono a tenerlo lontano dalle scene per quattro anni. Rientra nel 1967 filmando Masquerade e dopo Uomini e cobra (1970) nel 1972 chiude con un classico, Gli insospettabili, squisito thriller da camera con il formidabile duetto tra Laurence Olivier e Michael Caine. Poi il ritiro definitivo nella sua fattoria a Willow Pond, tra Bedford e New York. Nel 1950, ai vertici della popolarità, è stato eletto presidente del sindacato dei registi, lo Screen Director Guild, ma con la caccia alle streghe e per la famosa lista dei 10 lasciò l'incarico dopo una violenta lite con il promotore dei bandi, il regista Cecil B. DeMille che era stato il suo primo elettore.
Sposato tre volte: inizialmente con l'attrice Elizabeth Young (una figlia, Alexandra); poi, dopo il divorzio si è risposato con un'altra attrice, Rose Stradner (due figli: Christopher, attore e Tom, sceneggiatore; infine dopo la seconda separazione si è unito a Rosemary Matthews.
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