Il suo vero nome era Emil Anton Bundesmann. Dopo John Ford e assieme a Howard Hawsk e Raul Walsh è considerato il regista western per antonomasia. Acuto e meticoloso, poggia la sua linea nella ricerca del particolare, che sa offrire nella visione al modo di complemento oggettivo della sequenza. Ma lo stile a lui più congeniale va ricercato nella vastità di ripresa degli spazi aperti, fotografati in ampie panoramiche spesso immortalate da inquadrature dall'alto. La carriera di Mann è facilmente divisibile in tre fasi, interamente decennali: anni '40 per il nero-poliziesco, nel successivo '50 per il western e, nell'ultimo periodo, quello breve del '60, per i grandi kolossal epico-storici. Si forma in teatro, dove agisce da attore in spettacoli off-Broadway. Ben presto passa sotto le direttive di David O' Selznick che lo assume in qualità di assistente, supervisore e organizzatore al casting. Inizia a dirigere nel 1942 con il crime Dottor Broadway, che il primo passo verso il genere noir affrontato attraverso film a basso costo per la RKO e la Republic. Da questi lavori emergono atmosfere inquietanti spesso caratterizzate da vere forme di sadismo. Titoli di un certo spessore sono riscontrabili in Strana personificazione, Morirai a mezzanotte, T-Men contro i fuorilegge, Schiavo della furia e nella supervisione di Egli camminava nella notte, Seguimi in silenzio. Passato alla Universal gira molti western di valore, contraddistinti dalla famose ´riprese esterne´ e, tematicamente, dallo sgretolamento interiore dei personaggi protagonisti. In questo, esempi evidenti in Le furie, Il passo del diavolo, Là dove scende il fiume, Lo sperone nudo, Terra lontana, Il segno della legge, Dove la terra scotta e, soprattutto, Winchester '73, film di grande successo. Dirige non accreditato la sequenza dell'incendio di Roma nel Quo Vadis di Mervyn LeRoy (1951) e nel 1957 filma uno dei suoi migliori lavori, Uomini in guerra, film bellico sulla guerra in Corea, ma sostanzialmente un attacco sull'inutilità del conflitto, film fu rifatto da John Irving nel 1987 con Hamburger Hill. Nell'ultima fase della carriera passa alle grandi produzioni colossali. Dopo aver diretto la fase iniziale di Spartacus (1960), è licenziato in tronco da Kirk Douglas, oltre che attore anche produttore esecutivo, che affida la regia all'allora poco conosciuto Stanley Kubrick. La delusione è grande, ma il megalomane produttore Samuel Bronston lo chiama per affidargli la direzione di due kolossal: El Cid e La caduta dell'impero romano; il primo di notevole efficacia con apoteosi di pubblico, il secondo una sciagurata produzione che portò al fallimento lo studios e le ambizioni del produttore. Gira anche Gli eroi di Telemark, war-movie di grosso impegno finanziario, però non vicino ai risultati sperati; e anche Cimarron, kolossal di riesumazione storica americana, segue lo stesso esempio. Muore improvvisamente nel 1968, a Berlino in Germania, mentre stava portando a termine lo spionistico Sull'orlo della paura; il lavoro sarà poi ultimato da Laurence Harvey, attore protagonista del film. Sposato a Mildred Mann (un figlio), divorzia per unirsi all'attrice spagnola Sara Montiel dalla quale si separa nel 1963.
|