Il suo vero nome era Raymond Nicholas Kienzle. Autorevole regista americano, tra i più famosi e acclamati cineasti d'ideologia progressista, che mai si è piegato alle logiche degli studios preferendo agire da autore indipendente. Anticonformista per natura, realizza i suoi film sempre in funzione di un'analisi sociale, attraverso la quale non lesina duri attacchi alla razionalità del sistema che non sa riconoscere le ragioni della singola persona. In questo, il suo pensiero si allarga soprattutto nell'esaminare il confronto tra due generazioni; quella presente, ordinaria e a di sembianze crepuscolari, anteposta all'emergente espansione giovanile, in un ritratto che variega il disagio e la frustrazione interiore che spesso sfocia nella delinquenza gratuita. Nei suoi film maggiori non ci sono vincitori, non c'è lieto fine; tutto è espresso in funzione dell'abbattimento progressivo di un apparato corrotto, quindi perdente. Nel suo stile, il rapporto tra cinema e realtà, è sostanzialmente simile; divide la sceneggiatura in inquadrature e usa la cinepresa come registratore di riflessioni e bramosie espresse dai personaggi presenti sul set di ripresa. Da giovanissimo vince una borsa di studio dopo aver realizzato diverse trasmissioni radiofoniche. Studia architettura all'Università di Chicago sotto gli insegnamenti di Frank Lloyd Wright, il più grande architetto del '900, dal quale riceve notevole influenza dopo aver praticato corsi sulla ´architettura organica´, esempio di confluenza tra teatro e arte costruttiva. Frequenta la University of Wisconsin e in seguito, a New York si unisce alla compagnia del Worker's Laboratory, gruppo teatrale molto vicino alle idee europee. Negli anni '30 stringe un sodalizio con Elia Kazan presso il suo Group Theatre dove confluiscono personaggi di gran nome, come Irvin Shaw, Martin Ritt e John Garfield. A Broadway, presso la compagnia The Phoenix, lavora con il produttore John Houseman, il quale, notate le sue capacità creative lo ingaggia presso la RKO. Nel 1948 fa il suo esordio alla regia con il noir La donna del bandito e si specializza nel nero attraverso film di forte tensione visiva, spesso caratterizzati da vere e proprie scene di violenza, a quei tempi considerate off-limits. Ben presto, si attesta come tra i migliori registi di genere criminale-gangsteristico; gira I bassifondi di San Francisco, Disperazione, Diritto di uccidere, Neve rossa, La seduttrice e il suo primo capolavoro, il western Johnny Guitar, per molti versi anch'esso un noir. Resosi indipendente dopo la diatriba tra RKO e il produttore Howard Hughes, nel 1955 firma per la Warner Bros il suo film più famoso, Gioventù bruciata, poetica e cruda analisi sulla ribellione giovanile senza speranza; film che consacrò definitivamente il mito di James Dean. Torna al western con All'ombra del patibolo e La vera storia di Jess il bandito; filma Il Paradiso dei barbari e Il dominatore di Chicago che restano le opere di maggior peso negli anni '50. Dopo il flop di Ombre Bianche (1960) decide di non collaborare più con Hollywood. Si trasferisce in Europa e il produttore Samuel Bronston, all'apice della popolarità, gli affida la direzione di due kolossal. Il primo, Il Re dei re (1961), nel quale Ray semplifica due figure livellandole ad entità di carattere storico: Gesù, portatore di un messaggio rivoluzionario e Barabba, capo della rivolta popolare giudaica contro l'oppressione romana; quindi, non un ladrone ma un patriota e da quest'analisi, in futuro, altri registi ne seguiranno l'esempio, su tutti, Franco Zeffirelli nel suo Gesł di Nazareth (1977). Il secondo, 55 giorni a Pechino (1963), film roboante e caotico dal quale Ray non ebbe il coraggio di sottrarsi sin dall'inizio; la tensione sui set si tagliava col coltello e il regista fu colpito da infarto dopo due mesi di lavorazione, lasciando la prosecuzione agli assistenti della seconda unità, Andrew Marton e Noel Howard. Le condizioni di salute derivate dall'attacco e l'insorgere del cancro, lo costringono a lasciare le scene prima del previsto. Ormai debilitato, torna in America nel 1978, in tempo per girare un documentario su se stesso realizzato in compagnia di un regista suo fedelissimo fan, Wim Wenders, dal titolo Lampi sull'acqua - Nick's Movie (Lightning Over Water), che è poi un lascito testamentario; Ray muore prima ancora che il film sia terminato. Nella vita sentimentale, quattro matrimoni e tre divorzi: inizialmente con l'attrice Betty Utey, poi con Jean Evans, in seguito con Gloria Grahame (attrice che le darą Timothy e che poi, dopo il divorzio, sposerà suo figlio Anthony nato dall'unione tra il regista e la Evans) e ultima, con la scrittrice Susan Schwartz (due figlie, Nica e Julie) dalla quale non si è più separato.



Non possiamo tornare a casa
We Can't Go Home Again (1976)
Wet dreams - Sogni bagnati
Wet Dreams (1974 - un episodio)
55 giorni a Pechino
55 Days at Peking (1963)
Il Re dei re
King of Kings (1961)
Ombre bianche
The Savage Innocents (1960)
Il dominatore di Chicago
Party Girl (1958)
Il Paradiso dei barbari
Wind Across the Everglades (1958)
Vittoria amara
Bitter Victory (1957)
La vera storia di Jess il bandito
The True Story of Jesse James (1957)
Dietro lo specchio
Bigger Than Life (1956)
La donna venduta
Hot Blood (1956)
Gioventù bruciata
Rebel Without a Cause (1955)
All'ombra del patibolo
Run for Cover (1955)
Johnny Guitar
(1954)
Androclo e il leone
Androcles and the Lion (1952 - non accreditato)
Il temerario
The Lusty Men (1952)
L'avventuriero di Macao
Macao (1952 - non accreditato)
Neve rossa
On Dangerous Ground (1952)
La gang
The Racket (1951 - non accreditato)
I diavoli alati
Flying Leathernecks (1951)
La seduttrice
Born to Be Bad (1950)
Il diritto d'uccidere
In a Lonely Place (1950)
La morte aldilà del fiume
Roseanna McCoy (1949 - non accreditato)
I bassifondi di San Francisco
Knock on Any Door (1949)
Hai sempre mentito
A Woman's Secret (1949)
La donna del bandito
They Live by Night (1948)




NOMINATION ALL´OSCAR
Gioventù bruciata (sceneggiatura)

FESTIVAL DI CANNES (FRA)
Ombre bianche (film - nomination)

FESTIVAL DI VENEZIA (ITA)
Dietro lo specchio (film - nomination)
Vittoria amara (film - nomination)












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Kolossal a confronto - Made in Italy - 2002