Cast: Omero Antonutti,
Giancarlo Giannini,
Alessandro Gassman,
Rutger Hauer,
Vincenzo Peluso,
Pier Paolo Capponi,
Pamela Villoresi,
Gaetano Amato,
Camillo Milli
Sceneggiatura: Giuseppe Ferrara, Armenia Balducci
Fotografia: Pino Donaggio
Musica: Federico Del Zoppo
Le tristi note vicende del fallimento del Banco Ambrosiano e la fine di Roberto Calvi, trovato morto a Londra sotto il ponte dei Frati Neri.
Già autore di film-denuncia sui casi Moro, Della Chiesa, Falcone, il regista Giuseppe Ferrara affronta ancora una volta una delle pagine più oscure della storia repubblicana, ma lo fa con enfasi programmata in precario equilibrio tra cronistoria documentarista, thriller e azione. Di riconoscibile stile televisivo, il film non risparmia nessuno; cita fatti, nomi e circostanze, implica nello scandalo tutto ciò che gravita nel mondo politico-finanziario: le alte sfere del capitalismo, lo IOR, i burocrati del Vaticano, la P2 di Licio Gelli, l'Opus Dei, la mafia, la camorra e apparati dei servizi segreti italiani e inglesi. Tutto lecito ma sviluppato senza il dovuto approfondimento, limato in eventi già noti, privi di capacità dimostrativa. Il cast è notevole, come l'impegno, ma la sensazione rimane ferma ad un film che non aggiunge nulla a ciò che si conosce, che poi, in realtà, è ben poco.
Lo scandalo
Durante la lavorazione il film è andato incontro a diverse contrarietà. In primo luogo, il finanziamento di 4,5 miliardi disposti dal Ministero dei Beni Culturali, inspiegabilmente bloccati, per ´strani´ cavilli burocratici, dalla Banca Nazionale del Lavoro. Inoltre, la magistratura intervenne ma senza risultati, a seguito di esposti pronunciati da personaggi identificati nel film con nome e cognome. Sequestrato dalle sale dopo 20 giorni di programmazione su denuncia di Flavio Carboni, ma la pellicola fu dissequestrata 65 giorni più tardi. Inizialmente rifiutato dai produttori Cecchi Gori e Berardi, restii ad avventurarsi in un progetto considerato scottante. La RAI acquistò i diritti, ma il film non è mai apparso in TV. Nella totalità delle traversie, emerge l'eccessivo tempo trascorso dall'ideazione (1987) alla distribuzione nelle sale (2002).