Premi: Nomination all'Oscar Film - Sceneggiatura - Attore (Charles Chaplin) - Attore non protagonista (Jack Oakie) - Musica
Regia: Charles Chaplin
Cast: Charles Chaplin, Jack Oakie,
Reginald Gardiner, Paulette Goddard, Billy Gilbert, Grace Hayle, Henry Daniell, Gino Corrado, Maurice Moskovich, Carter De Haven
Sceneggiatura: Charles Chaplin
Fotografia: Karl Struss,
Roland Totheroh
Musica: Charles Chaplin,
Meredith Willson
Nello stato di Tomania, barbiere ebreo è arrestato ma riesce a fuggire di prigione. Poi, grazie alla perfetta somiglianza con il dittatore Hynkel ne prende il posto e davanti all'assemblea imperiale pronuncia un discorso di pace universale.
Commedia amara a sfondo dramma-bellico dagli alti costi produttivi, realizzato due anni prima dell'entrata in guerra degli USA contro Germania e Italia, ancor prima che venisse alla luce la crudeltà operata dal nazismo. Una squisita parodia su Hitler e Mussolini (strepitoso Jack Oakie), costruita su forme precise dai toni sarcastici, ma pregna di contenuti a rispetto del prossimo e nella totale condanna verso ogni forma di guerra e totalitarismo. Charlie Chaplin, nel doppio ruolo (barbiere-dittatore) da il meglio di se stesso, attraverso gag irresistibili presenti in sequenze che hanno fatto epoca, come quelle della parata, del ricevimento, della sala del mappamondo e, su tutte, quella del discorso finale, di ben cinque minuti filmata in un solo piano sequenza, forse oggi edulcorato, ma per l'epoca sicuramente toccante.
Lo scandalo
La censura americana non osò toccarlo, malgrado la presa di posizione della Germania con nota di protesta all'ambasciata tedesca degli Stati Uniti, assolutamente contraria a un film che attaccava duramente e palesemente l'intero impianto statale nazista. Lo stesso Chaplin, durante la stesura, ricevette numerose lettere anonime, alcune di minaccia, non solo dai tedeschi ma anche da organizzazioni appartenenti all'ala conservatrice della destra americana. Naturalmente, il film non fu mai proiettato pubblicamente in nessun cinematografo europeo e arrivò nelle sale, italiane comprese (inizialmente con titolo Il dittatore, originale e sottotitolato), soltanto a conflitto mondiale terminato. Malgrado il divieto, Hitler si fece recapitare tramite il neutrale Portogallo una copia della pellicola, che guardò con enorme disappunto non una, ma ben due volte consecutive, prima di farla incenerire.
La censura italiana intervenne con il taglio a riguardo della sequenza del ballo tra la moglie di Napoloni (personaggio soppresso totalmente dal film) e Hynkel; questo, per rispetto di Rachele Mussolini all'epoca vivente. La versione subì 4 doppiaggi differenti nelle riedizioni del 1949, 1960, 1987 e 2002, quest'ultima a seguito del restauro integrale, veramente orribile.