Cast: James Mason, Joan Fontaine, Joan Collins, Dorothy Dandridge, John Justin, Stephen Boyd, Michael Rennie, Hilary Carson,
Harry Belafonte,
Diana Wynyard,
John Williams,
Patricia Owens
Sceneggiatura: Alfred Hayes (dal romanzo di Alec Waugh)
Fotografia: Freddie Young
Musica: Malcolm Arnold
Nelle Antille britanniche, leader politico di colore respinge, soffrendo, l'amore di una donna bianca per meglio investire l'esistenza a favore dei diritti del suo popolo. Al contrario, il suo antagonista bianco sceglie un'indigena come moglie e per sposarla, la porta in Inghilterra.
Roben Rossen traccia con arguzia, ma senza profonda sintesi del problema, la questione interrazziale e tutte le conseguenze, sociali, storiche e politiche che ne derivano. Un film di ampio respiro liberale, per certi versi rivoluzionario nell'ottica del conservatorismo anni '50, ma troppo ammassato nel sentimento viscerale. Fiume di attori di grido, ambientazione perfetta, stupenda fotografia di Freddie Young, musiche di Malcom Arnold; ma complessivamente è un lavoro che punta il nocciolo senza mai centrarlo.
Lo scandalo
Negli USA, le relazioni, soprattutto sentimentali, tra bianchi e neri erano proibite dal codice Hays. In precedenza, un solo film, peraltro di produzione inglese, Città in agguato (1951, di Basil Dearden), fu capace di mettere in scena una relazione amorosa tra un bianco e una donna di colore. Qui addirittura le coppie sono due e lo scandalo scattò automaticamente, special modo nelle aree conservatrici e nelle teste dei benpensanti dell'epoca. Darryl Zanuck, comandante in capo della 20th Fox, noto per le sue ingerenze negli script, per evitare noie e per rispetto al tradizionalismo, costrinse il regista a rivedere la scena del matrimonio, che fu spostato in Inghilterra. E' il primo film in assoluto dove si vede un nero (Harry Belafonte) baciare una bianca (Joan Fontaine). In Italia, uscì nelle sale con l'assurdo divieto ai minori di 14 anni.