Premi: Nomination all'Oscar (Film - Fotografia - Montaggio - Assistente alla regia: Eric Stacey)
Regia: Richard Boleslawski
Cast: Fredric March,
Charles Laughton,
Cedric Hardwicke,
Rochelle Hudson,
Florence Eldridge,
John Beal,
Frances Drake,
Ferdinand Gottschalk
Sceneggiatura:
W.P. Lipscomb
(dal romanzo di Victor Hugo)
Fotografia: Gregg Toland
Musica: Alfred Newman
Scontata la pena, Jean Valjean decide di cambiare vita per affrontare un'onesta esistenza. Ma il poliziotto Javert non gli crede e lo ostacola in ogni sua iniziativa, fin quando l'ex forzato salva la vita al fidanzato della figlia dell'agente, il quale, ormai impossibilitato ad arrestarlo, si suicida.
E' la seconda e non la prima versione sonora tradotta dal celebre romanzo di Victor Hogo, che segue di un anno quella francese di Raymond Bernard (4 ore e 41 minuti di durata), già filmata 4 volte in epoca del muto (1909, 1911, 1917, 1925) e successivamente rifatta attraverso 8 produzioni (1943, 1948 italiana, 1952, 1958, 1982, 1995, 1998) con un'altra in cantiere prevista nel 2013, oltre due film-tv e tre mini-series. Film spettacolare, denso di tragedia, modificato dal testo originale in funzione del tono espressionista e della inquietante messinscena. La sceneggiatura eliminò diversi personaggi, compresa la prostituta e ne aggiunse altri. Strepitoso Charles Laughton nel ruolo dell'opprimente poliziotto. Candidato a 4 Oscar non ne vinse nessuno, ma fu poi inserito tra i migliori dieci film dell'anno.
Lo scandalo
Il film filò liscio dappertutto, ma non piacque al regime fascista, per l'impostazione anarcoide e i dialoghi considerati disfattisti (alcuni furono modificati dal doppiaggio). In tutto il mondo il film fu tradotto nel suo titolo originale, ma non in Italia, dove la censura lo cambiò, probabilmente per occultare il senso di miseria e aggiungere un certo vigore alla figura del servitore dello stato, attraverso l'uso di termini affini ai metalli duri (La corona di ferro, Sentinelle di bronzo) per meglio identificare la forza del potere. Sembra, ma non esistono prove oggettive, che il cambio del titolo fu suggerito da Achille Starace a Luigi Freddi, nel periodo responsabile della Direzione Generale della Cinematografia.