Harriet and the Piper (1920)
Flame of Youth (1920)
I tre moschettieri  (1921, The Three Musketeers)
Piste disperate (1921, Desperate Trails)
The Nut (1921)
Trifling Women (1922)
Arabian Love (1922)
Il prigioniero di Zenda  (1922, The Prisoner of Zenda)
The Brass Bottle (1923)
Souls for Sale (1923)
The Eternal City (1923)
Thy Name Is Woman (1924)
The Heart of a Siren (1925)
La danzatrice di Montmartre (1926, The Girl from Montmartre)
   
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Il suo vero nome era Reatha Dale Watson. Attrice e sceneggiatrice americana, vamp del cinema muto, scomparsa neppure trentenne, nel periodo di maggior fulgore di una carriera espressa in soli quattro anni attraverso 26 film. Altezza media, mora, bellezza esotica dal fisico prominente, di grande intelligenza e cultura, carattere risoluto a tratti persino ribelle (arrestata a 14 anni per schiamazzi notturni mentre ballava per strada, in seguito denunciata, ancora minorenne, per guida senza patente), studia alla scuola cattolica di Washington e, giovanissima, si presta a svariati lavori, tuttavia senza trascurare le qualità artistiche, in lei innate, che le permettono di esibirsi su vari palcoscenici come ballerina e cabarettista. Pragmatica, non ha mai dormito più di due ore a notte considerando il sonno tempo perso, scrive numerosi testi e contro il volere del padre adottivo, che vedeva in lei doti di letterata, dopo gli insegnamenti di Robert Carville e varie esibizioni di danza in coppia con Ben Deeley (in un prossimo futuro suo quarto marito), si affaccia al cinema, industria ancora in fase di costruzione. Sotto contratto con la Fox, debutta come sceneggiatrice nel 1920, per The Mother of His Children, Rose of Nome, The Little Grey Mouse, The Land of Jazz e Flame of Youth, qui anche interprete e autrice del soggetto, da molti identificato come autobiografico. Douglas Fairbanks, deciso ad affidargli un ruolo in Il segno di Zorro (1920), ci ripensa ma la propone in parte secondaria in The Nut (1921), per poi consacrarla nell'anno in corso nel ruolo di Milady de Winter nell'acclamato I tre moschettieri. Il successo è immediato, sia di pubblico, sia di critica. Lavora in altri film di spessore, Il prigioniero di Zenda (1922), Souls for Sale (1923), Thy Name Is Woman (1924). In preda a una forte depressione, maggiormente scatenata dai risvolti negativi dei suoi matrimoni falliti che le procurarono scandali a ripetizione al punto che associazioni 'perbeniste' chiesero di mettere al bando i suoi film, malata di tubercolosi e nefrite, morfinomane, vittima di una cura dimagrante portata all'eccesso, nel 1926, muore improvvisamente sul set di La danzatrice di Montmartre. Ai funerali, presente tutto il cinema che conta e una folla di fans stimata in oltre 50.000 persone. Cinque matrimoni in soli 29 anni, un annullamento, due divorzi e svariate relazioni extraconiugali, hanno caratterizzato la sua vita sentimentale. Prima unione con Jack Lytell, durata un solo anno per sopraggiunta morte di lui, poi con Lawrence Converse, matrimonio annullato dopo 4 giorni, terzo sposalizio con il cantante Phil Ainsworth e per ultimi con gli attori Ben Deeley e Jack Dougherty. Nel 1923, durante una delle sue relazioni fuori dal matrimonio, rimane incinta di Marvin; per coprire lo scandalo (non rivelò mai a nessuno chi fosse il padre) lo dichiara adottato da un orfanotrofio del Texas. Poco prima della morte lo affiderà alla sua amica, nota attrice Zasu Pitts e al consorte di questa Tom Gallery, che più avanti gli cambieranno nome in Don.
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