Cast:
Glenn Ford
William Holden
Ellen Drew
Ray Collins
Edgar Buchanan
Jerome Courtland
James Millican
Jim Bannon
William Phillips
Stanley Andrews
David Clarke
Fred Graham
Ian MacDonald
Denver Pyle
Ray Teal
Sceneggiatura:
Robert Hardy Andrews
Ben Maddow
(dal soggetto di Borden Chase)
Musica: George Duning
Fotografia:
William E. Snyder
Original Track Music
(1.00 - 476 kb Wav)
Al termine della Guerra Civile, ex colonnello nordista decorato per azioni militari messe a punto con il sistema della rappresaglia, è nominato giudice in una città del Colorado, con il suo ex capitano gli fa da vice con incarico di sceriffo. I minatori del posto, tutti reduci di guerra, ben presto si ribellano ai suoi modi di agire, che in breve tempo diventano vere e proprie azioni dispotiche. Ormai fuori di testa, ossessionato dal potere, autentico tiranno e giustiziere implacabile, insegue lo sceriffo che lo ha abbandonato, ma muore in un incendio da lui spesso appiccato.
Western violento, messo in assetto da scene di crudeltà oltre misura per quell'epoca, che il regista Henry Levin, specialista del genere, dirige alla lettera e trascrive in immagini, passo dopo passo, il rabbioso soggetto originale di Borden Chase, tra i migliori sceneggiatori-western di Hollywood, se non il migliore in assoluto. Centrato sul tema (attuale) del difficile reinserimento degli ex combattenti nella vita sociale, prende spunto da questo per allargare i toni sul deterioramento mentale che colpisce gran parte dei militari impegnati in guerra. Glenn Ford giganteggia nell'atipico ruolo di cattivo, da lui rare volte affrontato nel cinema western (l'altro è in Quel treno per Yuma del 1957, personaggio neanche tanto malvagio), attraverso un'interpretazione magistrale, irriconoscibile nel finale, con occhi sbarrati e capigliatura da vero pazzoide. Gli fa da spalla William Holden, ancora non ai massimi livelli, qui nella parte del buono. Film da rivalutare, frettolosamente dimenticato. Riedizione nel 1957 con titolo Non si può continuare ad uccidere.