Titolo originale:
Devil´s Doorway

Anno:
1950

Nazionalità:
USA

Produzione:
Metro-Goldwyn-Mayer

Regia:
Anthony Mann

Cast:
Robert Taylor
Louis Calhern
Paula Raymond
Marshall Thompson
James Mitchell
Edgar Buchanan
Rhys Williams
Spring Byington
James Millican
Bruce Cowling
Fritz Leiber
Harry Antrim
Chief John Big Tree
Philo McCullough


Sceneggiatura:
Guy Trosper

Musica:
Daniele Amfitheatrof

Fotografia:
John Alton



original poster



Original Track Music

(1.00)







titolo del film

Sopravvissuto alla Guerra Civile americana, sottufficiale unionista, indiano, Medaglia al Valore del Congresso, torna nello stato del Wyoming per riprendere l'attività di agricoltore. Ma i pellerossa sono mal visti; una legge, costruita appositamente per privare ai nativi la proprietà delle terre, gli toglie tutto. Malgrado l'aiuto di un avvocato donna, all'ex soldato non rimane nulla. Costretto dagli eventi, si ribella, ma finirà ucciso.
Potente western targato Metro-Goldwyn-Mayer, primo, assieme a L'amante indiana (stesso anno, di Dalmer Daves) a guardare la storia dal punto di vista dei nativi, per questo, nel cinema considerato archetipo della lunga corrente filoindiana, ancora presente nei rari western contemporanei. Anthony Mann, eccelso regista di questo genere molto in voga nel periodo, assieme al noir, fa un film cupo e pessimista, attraversato da una storia intensa ed esemplare, che vanta il suo punto di forza nell'avversione al compromesso, con netta presa di posizione contro la discriminazione e la sottomissione, ricco di scene superbe e un finale altamente drammatico, che coinvolge e fa riflettere. Robert Taylor, nel suo periodo di maggior fulgore, offre prova notevole come pellerossa votato alla rivolta contro lo strapotere bianco, ma il cast di contorno non gli è da meno. Notevole contributo del reparto non interpretativo, collocato da grandi nomi del settore: John Alton (fotografia) Cedric Gibbons (scenografia), Walter Plunkett (costumi), Douglas Shearer (suono), Arnold Gillespie (effetti visivi). Nominato da associazioni minori (miglior film per il New York Film Critics Circle Awards e miglior sceneggiatura dal Writers Guild of America), ma il film, complessivamente fuori dagli schemi tradizionali, al contrario de L'amante indiana (nel confronto, vittima anche del bianconero contrapposto al Technicolor) non fu capito dal pubblico americano, tiepidamente accolto in Europa, totalmente ignorato in Italia e il crollo al botteghino fu inevitabile, con perdita secca di oltre 25mila dollari (del 1950) dal budget complessivo.


*****






(Video Clip)



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scena del film

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