Sceneggiatura: James Warner Bellah
Willis Goldbeck
(dal romanzo di James Warner Bellah)
Musica: Howard Jackson
Fotografia: Bert Glennon
Original Track Music
(1.00 - 476 kb Wav)
Sergente nero dell'esercito, a capo di una compagnia di soldati, tutti di colore, è accusato di aver stuprato e ucciso una ragazza bianca e suo padre, maggiore del reggimento. Davanti alla Corte Marziale è difeso da un ufficiale bianco, il quale prima contrasta la pubblica accusa, razzista, poi, risale alle origini della storia e trova il vero colpevole.
Non è il classico film fordiano sulla cavalleria, ma un esempio di saggezza, che smaschera quel focolaio di ideologia razzista presente in quegli anni nella vita sociale americana. Raccontato in flashback, girato per lo più in interni, è un western-giudiziario privo di azione esplicita, se non quella rapportata nella controversa dialettica delle due parti. Non riscosse grande successo di pubblico, tuttavia è da annoverare tra le 'opere mature' del più celebre regista-western della storia del cinema. Stupenda fotografia di Bert Glennon e ottime interpretazioni, con Jeffrey Hunter nel ruolo dell'avvocato e Woody Strode in quella, statuaria e pregna d'orgoglio nero, dell'accusato. Tratto dall'omonimo romanzo (1959) di James Warner Bellah, già collaboratore di Ford in film come Il massacro di Fort Apache (1948), Rio Bravo (1950) e L'uomo che uccise Liberty Valance (1962). Per graffiante paradosso, John Ford diede a Strode il cognome Rutledge (titolo originale del film), lo stesso della donna amata dal Presidente Abramo Lincoln.