Un balordo di nome Clint vuole l'eredità e ammazza il padre; poi addossa la colpa al fratellastro Johnny che si fa 10 anni di galera al suo posto. Quando esce, scopre che l'assassino è ormai un fuorilegge; lo acchiappa e si mette in saccoccia i soldi della taglia. Poco dopo Clint evade, raggiunge Johnny, il quale, anzichè riconsegnarlo alla giustizia fa comunella con il fratellino; i due diventano amiconi e si spartiscono un bel bottino precedentemente rapinato dall'ammazza-padre.
Giovanni Fago, americanizzato sullo schermo in Sidney Lean, debutta da regista dopo l'apprendistato al fianco dei vari Fulci, Castellani e Monicelli. Sfrutta la popolarità di Gianni Garko e Claudio Volonté (alias Claudio Camuso, fratello di Gian Marià Volonté) scaturita dal precedente 10.000 dollari per un massacro (1967), antagonisti in entrambi i film, e tutto contento fa questo spaghetto-western a costo zero, improntato sul dualismo e la vendetta, naturalmente accompagnato da scene virulente, bagni di sangue e sadismo a iosa. Per dar tono alla psicologia dei personaggi, triturati dallo script di Sergio Martino, infarcisce il discorso con abbondanti dosi di flashback, in una mistura lenta, esagerata e mortificante. Il desolante spettacolo, come del resto l'ambientazione, funerea e selvatica, colloca la facile storiella in un delirio di cupo pessimismo, compresso nella norma, violenta e disfattista, che circonda l'intero genere del western all'italiana.