Titolo originale: The Man Who Shot Liberty Valance
Anno: 1962
Nazionalità: USA
Produzione: Paramount
Regia: John Ford
Cast:
John Wayne
James Stewart
Vera Miles
Lee Marvin
Edmond O'Brien
Andy Devine
Ken Murray
John Qualen
John Carradine
Woody Strode
Lee Van Cleef
Sceneggiatura: James Warner Bellah
Willis Goldbeck
(dal soggetto di Dorothy M. Johnson)
Musica: Cyril Mockridge
Fotografia: William H. Clothier
Original Track Music
(1.00 - 476 kb Wav)
Il senatore Stoddard racconta ai giornalisti come lui, giovane avvocato con vocazione di portare la legalità in un paese dell'Ovest dominato dalla legge del più forte, divenne uomo di punta della politica americana per il merito di aver ucciso il pericoloso fuorilegge Liberty Valance. Ma egli conosce bene la verità: non fu lui a sparare al bandito, ma il cowboy Tom Toniphon, rimasto nell'ombra per lasciargli la paternità dell'azione e, soprattutto, per l'amore che un tempo lo legava alla sua futura moglie.
In chiave western, è l'ultima grande firma di John Ford, anche se il regista tornerà al genere per l'ultima volta nel 1964 con Il grande sentiero. Tra realtà e leggenda, un film di tono crepuscolare, intermente raccontato in flashback, fuori da qualsiasi concetto fordiano annesso ai grandi scenari, girato in interni, ricco di dialoghi, allacciato a una visione shakespeariana (una costante in quasi tutta la filmografia di John Ford) attraverso le due figure principali, qui ricongiunte alla coppia Enrico V-Falstaff, dove lo scambio di uomo con un altro decide il destino e il corso della storia. Apologo per certi versi diffidente sull'estinzione del mito della frontiera (l'Ovest), da sempre dominato dalla legge della pistola ed ora sostituito dalla scienza del diritto (l'Est) che avanza incontrastata. La coppia Wayne-Stewart funziona a meraviglia, anche se avanti con gli anni (entrambi più che cinquantenni) per rappresentare due personaggi nella realtà nettamente più giovani (il film fu realizzato in bianco e nero e non a colori proprio per non evidenziare l'età dei due attori) e il flusso di noti caratteristi che li circondano, con il cattivo Lee Marvin in prima fila, non è da meno. Non piacque molto al pubblico dell'epoca, per il tono estremamente malinconico imposto nel finale, ma soprattutto per il fatto che John Wayne muore; evento fino ad allora al limite del clamoroso se si esclude la sua fine anche in La battaglia di Alamo (1960), ma quella era storia già scritta e a conoscenza di tutti. Rivalutato soltanto a posteriori e nel 2007 inserito nel registro della National Film Preservation Board come film da custodire.